Ai confini dell'orrore by Autori Vari

autore:Autori Vari [Vari, Autori]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Horror
ISBN: 8882891526
editore: Newton & Compton
pubblicato: 1998-12-31T23:00:00+00:00

Dennis Etchison

La sedia

Dennis Etchison si descrive come «un fanatico della lotta instancabile e insonne» e «intenzionato a insegnare a John Studd una o due cosette da fare sul quadrato». Gli amici aggiungerebbero anche che, quando ha deciso di dedicarsi al suo particolare genere di narrativa horror, ha abbandonato la carriera che aveva già intrapreso di attore comico.

Etchison scrive racconti dal 1961, ma solo in questi ultimi anni sta ottenendo i meritati riconoscimenti in quanto migliore scrittore di Horror psicologico che questo filone abbia mai prodotto. Non è mai stato facile farsi un nome (né guadagnarsi da vivere) solo attraverso i racconti, ed Etchison, che è oltretutto scarsamente prolifico, non ha certo risolto il problema con le sue storie intensamente introspettive di paranoia urbana e alienazione personale. Che non sono la solita minestra servita agli appassionati.

Ci sono voluti, ed è incredibile, vent’anni perché venisse pubblicata la sua prima raccolta di racconti, The Dark Country, che ha avuto ben quattro ristampe in edizione rilegata e sarà ripubblicata il prossimo autunno in economica per i tipi della Berkley. A ottobre dovrebbe uscire per la Scream/Press la seconda raccolta, Red Dreams, mentre si prevede la pubblicazione nel 1985 del romanzo Darkside da parte della Berkley.

Etchison ha scritto anche le versioni romanzate, apparse in edizioni economiche, di alcuni recenti film dell’orrore: The Fog, Halloween II, Halloween IIIe Videodrome - le ultime tre con lo pseudonimo Jack Martin.

Nato a Stockton, California, il 30 marzo del 1943, Etchison vive attualmente a Los Angeles, dove insegna scrittura creativa all’università, quando non guarda gare o incontri di lotta libera alla televisione. Jack Martin, il protagonista di La sedia, appare anche in The Dark Country.

«Marty», disse lei, «ho bisogno di te».

Lui le studiò le labbra. L’aria era iridescente per il fumo delle sigarette, e le luci troppo lontane per facilitare le cose. La pelle era liscia e soda; un sottile velo di sudore riluceva nelle ombre sotto gli zigomi. Era impossibile, naturalmente. Eppure…

«Christy?», disse, incredulo.

Voleva tendere la mano e toccarla per essere sicuro. Nello stesso tempo venne colto dal disperato impulso di abbandonare la sedia e mettersi a correre: tra i tavoli, verso il bar, persino verso la pista da ballo dove volti che gli sembrava di conoscere erano innestati su corpi che non avrebbe mai riconosciuti, corpi che adesso si agitavano febbrili al ritmo di una musica che credeva di aver dimenticato da tanto tempo.

«È tutta la sera che ti cerco», disse lei. «Avevo… avevo paura che non venissi». La voce era velata dal rumore, come se provenisse da una galleria del vento. «Vogliamo andare da qualche altra parte? Qui è impossibile parlare».

Martin si alzò con fare incerto e la seguì. La folla ondeggiava. La figura di lei si rimpicciolì e poi scomparve. Lui si fece strada tra le sedie abbandonate e urtò un tavolo col braccio, facendo cadere un bicchiere pieno a metà di vino. Una chiazza rossa si allargò sul lino bianco. Rimise in piedi il bicchiere vuoto e cercò di proseguire.

Una mano possente gli bloccò il polso.

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