Alimentazione naturale e consapevole by Simona Grossi

Alimentazione naturale e consapevole by Simona Grossi

autore:Simona Grossi [Grossi, Simona]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Health & Fitness, General
ISBN: 9788897601890
Google: 2OXGDAEACAAJ
editore: Pungitopo
pubblicato: 2016-10-15T08:38:09+00:00


Alcune ‘tolleranze’ alimentari

Ci sono alimenti che, pur non essendo ideali per l’uomo, in particolare per alcune tipologie di persone, possono essere ben tollerati in piccole quantità e adottando alcuni accorgimenti per renderli più digeribili. È soprattutto sul loro conto che si leggono e si ascoltano informazioni spesso in netto contrasto, osannati da alcuni e messi sotto accusa da altri.

Partiamo dalla tanto controversa questione sui prodotti animali. Fanno bene? Fanno male? In che misura? E perché? Mai come oggi ci sono state tante teorie che si contraddicono reciprocamente. Da un punto di vista strettamente fisiologico è scorretto affermare che non sono adatti all’uomo in termini assoluti e quindi che ‘fanno male’. Se consumati crudi e in piccole quantità, possono essere ben tollerati dal nostro organismo. Le cose cambiano se sono sottoposti a cottura, soprattutto ad alte temperature e per lungo tempo, perché questo altera le proprietà e la struttura dei cibi. Ci occuperemo in seguito dei problemi legati alla cottura, anticipiamo solo che non tutti i tipi di cottura si equivalgono, alcuni sono senza dubbio migliori di altri e, di conseguenza, il grado di ‘tossicità’ degli alimenti cotti varia a seconda del metodo che si adotta.

È consigliabile e possibile limitare il consumo di prodotti e sottoprodotti animali per ragioni salutistiche, etiche ed ecologiche, senza comunque rinunciare al piacere di averli in tavola ogni tanto o in particolari momenti della vita.

Il vero problema, oggi, a parte certi tipi di cottura decisamente nocivi, è rappresentato dalla qualità e dall’inversione delle proporzioni rispetto al passato: grande abbondanza di prodotti animali, spesso provenienti da allevamenti intensivi, e insufficiente quantità di vegetali nel piatto, anch’essi coltivati su larga scala, raccolti prima di arrivare a completa maturazione, sottoposti a trattamenti chimici e quindi di scarso valore dal punto di vista nutrizionale.

Quando si tratta di un alimento, prima di tutto è necessario conoscere la sua origine: dove, da chi e in che modo è stato prodotto.

Quando, per esempio, acquistiamo il latte, o suoi derivati, che tipo di latte è? È quello a lunga conservazione che si trova al supermercato, di mucche che non hanno mai visto un pascolo, non hanno mai brucato erba, sono state alimentate con mangimi a base di cereali e legumi geneticamente modificati, mescolati ad ormoni e ricchi di pesticidi, mucche ingravidate senza sosta, che hanno a disposizione qualche metro quadrato per muoversi, vivono incatenate ad una sbarra di ferro, vengono separate dai loro vitellini poco dopo la nascita e muoiono sfinite dopo avere vissuto una vita intera di sofferenza? Oppure è il latte fresco e appena munto di caprette che pascolano libere in alta montagna dalla primavera all’inizio dell’autunno, cibandosi di quello che la natura ha predisposto per loro, che allattano i loro piccoli fino allo svezzamento e continuano a vederli crescere fino all’età adulta?

Perché c’è un’enorme differenza tra questi due tipi di latte, non solo nella composizione, e quindi dal punto di vista nutrizionale, ma anche per la diversa energia vitale della quale sono impregnati. Discorso analogo per il pesce, per la carne e, più in generale, per ogni tipo di alimento.



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