Alla vecchia maniera by Paolo Roversi

Alla vecchia maniera by Paolo Roversi

autore:Paolo Roversi [Roversi, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-05-15T12:00:00+00:00


7

Ha rinfrescato, e un vento leggero agita le cime degli alberi frondosi di via Mangiagalli, su cui affaccia l’austero edificio della morgue. Sulla facciata troneggia la scritta in latino “Rebus medicis sub specie iuris”, descrizione perfetta della disciplina che colloca gli atti medici nell’ottica del diritto.

«E anche oggi abbiamo saltato il pranzo» constata l’ispettore Farina scendendo dall’auto.

Botero non reagisce. Ormai ha capito che la poliziotta ama stuzzicarlo e la cosa non lo infastidisce; anzi, quasi lo diverte.

«Credo di non piacere molto a Roberta» riprende accelerando il passo per camminargli al fianco.

«Ah, sì? Non l’ho notato» replica lui, poco interessato, mentre salgono i gradini d’ingresso.

Lei si sarebbe stupita del contrario: quell’uomo vive in un universo parallelo in cui le persone sono pura decorazione rispetto ai misteri da svelare.

Decide di non insistere e rimane in silenzio finché non entrano nella sala autopsie.

Marta Spedo regala un sorriso di benvenuto a Botero e uno sguardo incolore a Farina, la quale, ormai, ha capito che il commissario con il suo Burberry elegante, il suo stile ricercato e, soprattutto, con quegli occhi verde smeraldo risulta tutt’altro che indifferente alle donne. Si chiede anche se sia quella la ragione del formicolio che avverte ogni volta che rimane da sola con lui; perlomeno fino a quando l’Amish non rovina tutto con una delle sue uscite fuori luogo.

«Il famoso commissario Botero qui da me due volte in meno di quarantott’ore: un vero record!» lo accoglie il medico, che quel giorno porta il ciuffo viola sparato in alto grazie al gel.

«Dipendesse da me passerei più spesso.»

«Non sei bravo a mentire. Siete qui per l’uomo ripescato nella Darsena?»

«Immagino non sia morto annegato.»

«Giusta supposizione» conviene la dottoressa sollevando un lenzuolo e mostrando il cadavere nudo di Rigamonti disteso sul tavolo d’acciaio. «Gli hanno sparato alla nuca esattamente come a Lobascio. È morto ancora prima di cadere in acqua.»

«Tracce particolari?»

«Nulla. Perché, cosa ti aspettavi?»

«Magari altra argilla.»

«Be’, se c’era, l’acqua della Darsena se l’è portata via. Però, forse ho qualcosa che ti può essere utile. In una tasca interna della giacca gli ho trovato questo. Oggi la Scientifica passerà a ritirarlo.»

Gli porge una busta di plastica con dentro un foglio. La carta si è completamente impregnata d’acqua, tanto da rendere illeggibile quello che c’è scritto. Tuttavia, in alto, si nota ancora l’intestazione “Studio Lobascio”.

«È uno dei documenti rubati dalla cassaforte» interviene l’ispettore Farina.

«Esatto: sicuramente quello in cui Rigamonti lanciava accuse ad altre persone. Forse lo stava andando a consegnare ai suoi amici malavitosi: era la prova che non li aveva traditi.»

«Vi sono stata d’aiuto?» chiede il medico con gli occhi che brillano.

«Moltissimo!» risponde pronto Botero.

Lei gli regala un altro dei suoi grandi sorrisi, mentre Camilla si avvia verso l’uscita scuotendo la testa.

Quando sono all’ombra dei grandi alberi frondosi, la poliziotta chiede: «Vuoi che ti riporti alla Cortina di ferro?».

«No, devo…»

«Riflettere. Lo so! Bene, perché anch’io avrei una cosa da fare. Buona passeggiata.»

Senza aggiungere altro accende il motore e se ne va, piantando in asso l’Amish.

Nei tanti anni in cui ha vissuto a Milano, Camilla avrà preso il tram sì e no un paio di volte.



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