Amare gli animali by Henry Mance

Amare gli animali by Henry Mance

autore:Henry Mance [Mance, Henry]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Blackie


SECONDA PARTE

AMARE GLI ANIMALI

6

L’arca della storia

«Lo zoo non può che deludere.»

JOHN BERGER19

«Ho ereditato un’ipocrisia! Non una burocrazia – un’ipocrisia!»

Damian Aspinall ha una sicurezza che gli deriva dall’essere molto ricco, molto alto e anche piuttosto di bell’aspetto. L’ipocrisia a cui si riferisce ha la forma di due zoo. I parchi faunistici di Howletts e di Port Lympne, nel sud-est dell’Inghilterra, furono inaugurati negli anni settanta dal padre John, un personaggio anticonformista amante del gioco d’azzardo. Alla sua morte, nel 2000, Aspinall Junior aveva deciso che tenere gli animali in cattività in quel modo era uno spreco di soldi – oltre a essere moralmente sbagliato.

«Potevo prendere possesso di quei parchi solo se trovavo un modo per riportare il maggior numero di animali possibili nella natura» mi spiega.

Fino a qui, tutto molto freudiano. Gli Aspinall non sono certo la prima famiglia in cui il figlio critica apertamente l’eredità lasciatagli dal padre. In questo caso, la differenza è la sua audacia: è diventato forse il più acceso oppositore degli zoo di tutto il mondo. Per intenderci, è come se Donald Trump Junior lanciasse una crociata contro chi evade le tasse. Damian Aspinall vuole abolire gli zoo, sebbene ne diriga due.

Ci incontriamo nei suoi grandi uffici londinesi vicino a Sloane Square. Lui è seduto sotto una stampa incorniciata di Damien Hirst, io ho davanti un biglietto d’auguri vergato a mano da Pelé.

«Se porti i tuoi figli allo zoo, inconsciamente gli stai dicendo che possono vedere una tigre in una gabbia di dimensioni ridotte. Che possono vedere quei poveri elefanti, e i leoni, e non c’è problema – perché sono lì per voi, ragazzi, quegli animali hanno meno diritti di voi. Possiamo renderli schiavi per il vostro divertimento. Non crede che sia arrivata l’ora che ci guardiamo dentro come specie e ci diciamo, su, non abbiamo più bisogno di questa roba? Stiamo inquinando le menti dei nostri figli.»

Mi sa che ho un’aria ansiosa, perché Aspinall si sente in dovere di rassicurarmi: «Non ce l’ho con le persone, non è colpa loro» mi dice. «È una questione culturale.»

Secondo la filosofia degli Aspinall – propugnata sia dal padre, amante degli zoo, sia dal figlio, che invece li detesta – tutti gli animali, o almeno tutti i mammiferi, sono preziosi quanto gli umani, i quali possono vivere in armonia accanto anche alle specie più feroci. Come una sorta di versione snob di Mowgli, la famiglia si è circondata di tigri e di scimmie. La loro casa ne era piena. John Aspinall, un uomo sgradevole che ammirava le teorie eugenetiche di Hitler, una volta disse che avrebbe preferito lasciare i suoi figli con un gorilla piuttosto che con un assistente sociale. Damian lo ha fatto con le prime due figlie, per una sessione di reciproca conoscenza con gli animali, mentre con la terza ha preferito di no per evitare un possibile intervento dei servizi sociali.

Le conseguenze sono state spesso tragiche. Tra il 1975 e il 2000, cinque dipendenti dei parchi di Howletts e Port Lympne sono stati uccisi da tigri ed elefanti.



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