Anime scalze by Fabio Geda

Anime scalze by Fabio Geda

autore:Fabio Geda [Geda, Fabio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858425572
Google: 3G6ZDgAAQBAJ
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Cinque

La pallottola è già nel cervello; l’attività cerebrale non potrà continuare in eterno a superarla in velocità, e niente la fermerà per incanto.

TOBIAS WOLFF

Un kit di sopravvivenza dovrebbe contenere: un acciarino per accendere il fuoco; dei fiammiferi, nel caso in cui non si riuscisse ad accenderlo con l’acciarino; una candela; ago e filo; delle compresse per depurare l’acqua, quella che potrebbe far venire febbre e cagozzo; una bussola; uno specchio per riflettere la luce o per guardarsi in caso di bisogno, tipo se ci si deve disinfettare un taglio sulla guancia; ami da pesca e lenze; filo, che di filo non se ne ha mai abbastanza; spille da balia per unire teli o vestiti; una sega a filo metallico per tagliare i rami. Guide e mappe. Razioni di cibo. Il necessario per il primo soccorso.

La prima notte nel bosco io e Luca ci siamo portati: una torcia – perché il fuoco era vietato e perché mamma aveva detto che le faceva paura; una tavoletta di cioccolato; un fischietto che Luca aveva insistito per portare e che sarebbe servito a cacciare gli animali feroci; due cerotti; due coperte e un solo sacco a pelo. Niente tenda, ma tanto non pioveva. Ci siamo allontanati dalla casa a sufficienza da non vedere piú la luce delle finestre. Sdraiati a terra, uno accanto all’altro, abbiamo inventato nomi per le stelle che scorgevamo tra le cime degli alberi. Luca le indicava con la torcia e il raggio si perdeva nello strappo di cielo tra le foglie. Il bosco era una sinfonia di scricchiolii e l’aria conteneva mille odori cui non ero abituato. Di nuovo, ho pensato che non sarebbe stato male vivere cosí.

Luca, nonostante l’età, aveva un gran senso dell’umorismo, un modo leggero di starti accanto. Osservandolo brandire la torcia come una spada laser ho pensato che era bello, oltre a una sorella, avere anche un fratello maschio. Ed era bello essere un fratello maggiore, oltre che uno minore. Nell’essere un fratello maggiore c’era una responsabilità nuova; era elettrizzante. Luca faceva un sacco di domande cui non sapevo rispondere, e mi è venuto da pensare che siamo tutti adulti rispetto a qualcun altro e che esserlo non significa sapere tutto; ma quando faceva una domanda cui non sapevo rispondere, da qualche parte, in un posto profondissimo dentro di me, mi sentivo in difetto. Mi veniva voglia di andare a studiare per soddisfare la sua curiosità. Ho pensato che grandi e piccoli si educano a vicenda, e che la curiosità è la cosa piú importante del mondo.

Una luce ha graffiato il cielo per poi dissolversi al centro dell’Orsa Maggiore. Luca è scattato in piedi: Una stella cadente! Hai visto? Una stella cadente! E mi ha subito chiesto com’è che funzionavano le stelle cadenti; mi sono inventato una storia buffa che lo ha fatto scompisciare e ho pensato che appena riuscivo lo avrei scoperto, come funzionavano.

Poi, non so come ci siamo messi a parlare di mio padre e di suo padre. Ha detto che la cosa che si ricordava di piú era che con lui si divertiva molto; che lo faceva ridere.



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