Antropop: La tribù globale by Duccio Canestrini

autore:Duccio Canestrini [Canestrini, Duccio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Anthropology, Cultural & Social, Social Science
ISBN: 9788833973296
Google: v0GuAwAAQBAJ
Amazon: B00KNX5NK6
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2014-06-11T22:00:00+00:00

Ma va là, macaco

Se il pazzo che si aggira per le vie di Milano ammazzando con un piccone chi gli viene a tiro è nato in Ghana, per la gente impifferata dai titoli di giornale è un negro assassino, e dunque scatta l’allarme: INVASIONE DEGLI STRANIERI. Se invece è un italiano che ha dato fuori di testa e prende a fucilate i passanti, a nessuno viene in mente di commentare la sua abbronzatura. Questo per dire che certi automatismi sono sempre in agguato. Il verbo denigrare ha una lunga storia, e guarda caso deriva dal latino niger, nero, e significa annerire.

Ho davanti la copertina di un settimanale dedicata alla sicurezza nei cantieri edili. Raffigura un africano che urla selvaggiamente con un elmetto giallo da lavoro in testa. Titolo: «Cantieri selvaggi». Capito il concetto? Su, proviamo a entrare nella logica dei grafici che hanno costruito la fotografia. Siccome gli africani sono notoriamente selvaggi e senza alcuna legge, ne prendiamo uno che ci sta, lo fotografiamo davanti a un cantiere con un casco antinfortunistico in testa e lo facciamo urlare. Così esprimerà proprio l’idea che vogliamo rendere, cioè quella di una edilizia senza regole. Bravi.

Passano secoli e millenni, ma i razzismi no. Ce n’è uno, in particolare, che sarebbe anche divertente, se non avesse una brutta storia. Parlo della scimmia nuda con la pelle chiara che ogni tanto insulta i simili di pelle scura, paragonandoli alle cugine pelose, le scimmie. E così capita che una donna di origine congolese, medico e membro del governo italiano con la carica di Ministro dell’integrazione, si prenda dell’orango e subisca lanci di banane. Personalmente, se mi dessero della scimmia sarei solo contento, poiché non la considero un’offesa. Ma la storia delle idee gioca brutti scherzi e può capitare di subire, sul piano emotivo, insulti o argomentazione che razionalmente non si condividono affatto.

La lezione del Pianeta delle scimmie, vecchia saga anni sessanta, aveva fatto colpo ribaltando i ruoli: scimmie scienziate discorrevano tranquillamente di etica della ricerca, mentre compivano esperimenti su cavie umane legate a tavoli operatori. Quasi fosse già nell’aria una rivincita del mondo animale. L’Alba del pianeta delle scimmie, il prequel della serie, uscito nel 2011, dà piena soddisfazione agli animalisti. In un laboratorio dove si sperimentano farmaci genici su scimpanzé per curare il morbo di Alzheimer, le cose prendono una strana piega. Una delle scimmie chiamata Occhi Luminosi, manifesta lo sviluppo di un’intelligenza superiore. Suo figlio, Cesare, guiderà addirittura l’insurrezione del popolo dei reclusi e la fuga dalla clinica degli orrori, ammanicata con le case farmaceutiche. La lezione del Pianeta delle scimmie però non è durata perché la degradazione a scimmia, come insulto, è sempre in agguato. Bertucce, baluba e beduini non sono poi tanto diversi tra loro, nell’immaginario popolare. Né lo sono stati, per secoli, nella confusione delle classificazioni. Per un verso ci si fidava di medici e zoologi alle prese con le prime scimmie importate dalle colonie, di cui era evidente la somiglianza con la specie umana. Quelle scimmie provenivano da paesi esotici dove anche la gente era abbastanza strana.

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