Aut - Aut by Soren Kierkegaard

Aut - Aut by Soren Kierkegaard

autore:Soren Kierkegaard [Kierkegaard, Soren]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Classici
pubblicato: 2013-10-18T22:00:00+00:00


Contro la concezione che pone il compito della vita umana nell'adempimento del dovere, vien spesso ricordato quello scetticismo che ritiene il dovere stesso vacillante, le leggi mutevoli. Vedrai facilmente che, per quel che riguarda quest'ultima affermazione, essa è stata pensata sopratutto avendo in mente le fluttuazioni alle quali sono sempre esposte le virtù borghesi. Pure questo scetticismo non colpisce la morale negativa, che continua a rimanere ugualmente salda. Invece vi è un altro scetticismo che colpisce ogni dovere, affermando che io non posso assolutamente fare il dovere. Il dovere è l'universale, quello che si esige da me è l'universale; quello che io posso fare è il solo particolare. Questo scetticismo pertanto ha la sua grande importanza perché mostra che la personalità stessa è l'assoluto. Bisogna però approfondire questa concezione. E' strano come anche il linguaggio sottolinei questo scetticismo. Non dico mai di una persona: fa il dovere od i doveri, ma dico: fa il "suo" dovere, dico faccio il "mio" dovere, tu fai il "tuo". Questo dimostra appunto che l'individuo è insieme l'universale e il particolare. Il dovere è l'universale che si esige da me; io non sono l'universale, quindi non posso nemmeno fare il dovere. D'altra parte il mio dovere è il particolare, qualche cosa per me solo; eppure è il dovere e dunque l'universale.

Qui la personalità si mostra nel suo più alto valore. Essa non è senza legge, e nemmeno dà a sé la sua legge; perché la determinazione di dovere permane indipendente da essa, ma la personalità si mostra come l'unità dell'universale e del particolare. Che le cose stiano così è chiaro, si può farlo capire anche ad un bambino; poiché io posso fare il dovere eppure non fare il "mio" dovere, io posso fare il "mio" dovere, eppure non fare il dovere. Non vedo affatto che il mondo per questo debba sprofondarsi nello scetticismo, perché la differenza tra il bene ed il male rimane sempre; la responsabilità e il dovere pure, anche se diventa impossibile per un'altra persona dire cosa sia il "mio" dovere, mentre sarà sempre possibile a lui dire quale è il "suo", il che non sarebbe possibile se non fosse posta l'unità dell'universale e del particolare. Sembrerà forse di aver allontanato ogni scetticismo quando si sia reso il dovere qualche cosa di esterno, di fermo e determinato, del quale si possa dire: questo è il dovere.

Ma ciò è un equivoco; poiché il dubbio non sta nell'esteriore, ma nell'interiore, nel "mio" rapporto coll'universale. Come singolo individuo non sono l'universale, e se lo si esige da me è una assurdità; se io dunque devo poter fare l'universale, nello stesso tempo in cui sono il singolo devo essere l'universale, ma così la dialettica del dovere sta in me stesso. Come dissi, questa teoria non porta con sé nessun pericolo per l'etica, anzi, la sostiene. Quando non si ammette questo, la personalità diventa astratta, il suo rapporto col dovere diventa astratto, la sua immortalità astratta. Non vien nemmeno tolta la differenza tra il bene ed il male; perché io dubito che sia mai esistito un uomo che abbia sostenuto che è dovere fare il male.



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