Avanti Po- La Lega Nord alla riscossa nelle regioni rosse by Paolo Stefanini

Avanti Po- La Lega Nord alla riscossa nelle regioni rosse by Paolo Stefanini

autore:Paolo Stefanini [Stefanini, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, General, Modern, 21st Century, Political Science, Political Process, Political Parties, Political Ideologies, Conservatism & Liberalism
ISBN: 9788842816164
Google: Dsh8mX1bORwC
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2010-05-15T13:11:02+00:00


14. Tra Reggio Emilia e il West

«Davanti a noi c’è una prateria, possiamo solo crescere.» È euforico il numero due di Bossi – e segretario nazionale emiliano – Angelo Alessandri. Spinto dagli Alessandri Boys (trecento giovanissimi devoti alla causa) ha raggiunto il 18% nel cuore rosso di Reggio Emilia. Intanto il suo braccio destro, il vicesindaco di Guastalla Marco Lusetti, combatte «per restituire il welfare agli italiani» e lancia la «banca del tempo» in salsa leghista.

È stata una serata di sguardi ben lanciati e di genitori smaniosi. Prima che, scoccata la mezzanotte, il Matis Dinner Club di via Rotta si ritrasformasse in discoteca, sul suo palco avevano infatti sfilato le selezioni bolognesi di miss Padania. Dieci ragazze piuttosto giovani e piuttosto belle, tutte emiliane. Le mamme avevano commentato con malizia qualche buccia d’arancia sulle cosce delle concorrenti e battuto le mani alla loro creatura. «La mia l’ha chiamata Mediaset, sa. Forse farà una particina a Forum. Merito del visino…» Le giovani si erano calate con dedizione nella parte dell’aspirante miss ed erano state consapevolmente smorfiose anche nel giro d’onore con gli occhiali, imposto dallo sponsor della serata, «la straordinaria Ottica Pasquini di via Indipendenza», come ripeteva il presentatore. Nessuna, però, era stata capace di spiccicare neanche una frase in dialetto, creando un certo imbarazzo tra politici e militanti: «No, per favore! Lo capisco, ma non lo parlo!» si schermivano vergognose alla richiesta.

Poco prima che iniziasse l’esibizione di quel nordico paradiso di carne, tutti erano balzati in piedi tra i tavoli; la mano sul cuore. Anche Angelo Alessandri, 40 anni, segretario leghista della nazione Emilia (successore del piacentino Maurizio Parma; dal 2002) e secondo solo a Bossi nel partito (è presidente federale; dal 2005) ha cantato impettito l’inno: «Del Giordano le rive saluta, Di Sionne le torri atterrate… Oh mia patria sì bella e perduta! O membranza sì cara e fatal! Arpa d’or dei fatidici vati, Perché muta dal salice pendi? Le memorie nel petto raccendi, Ci favella del tempo che fu!». Strofe complicate, quelle del Va, pensiero. E proprio ora che, dopo sessant’anni di prove, eravamo finalmente riusciti a far imparare ai calciatori le rime di Fratelli d’Italia…

Poco prima dell’elezione della reginetta della serata, mentre si contavano i voti, Alessandri – che della giuria era stato presidente – è salito sul palco per il discorso. «Fini» ha iniziato «ripete un giorno sì e l’altro pure che vorrebbe dare il voto agli extracomunitari. Ebbene, la cosa mi ha fatto pensare. Ho riflettuto e… sono d’accordo anch’io che votino tunisini, marocchini, egiziani…» Il brusio inevitabile d’una sala con qualche centinaio di persone si è interrotto bruscamente. In quel silenzio assoluto Alessandri ha soppesato una pausa, studiatissima. Poi ha proseguito, facendo scrosciare un interminabile applauso: «Sì, sono d’accordo che votino… Ma i tunisini in Tunisia, i marocchini in Marocco, gli egiziani in Egitto! Non a casa nostra! Qui votano solo gli italiani!».

«Eh, come sa parlare lui alla gente son buoni in pochi. Riesce a tenere una piazza in mano, a sorprendere, a far



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