Beautiful Player by Christina Lauren

Beautiful Player by Christina Lauren

autore:Christina Lauren [Lauren, Christina]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


12

Lui

L’unica ragione per cui potessi rinunciare ad andare a correre era che fossi gravemente malato oppure su un aeroplano diretto verso qualche posto. Perciò, quando lunedì mattina spensi la sveglia e mi rigirai sul cuscino mi odiai un po’. Non avevo voglia di vedere Hanna.

Ma non appena feci quel pensiero, dovetti fare una precisazione. Non avevo voglia di vedere Ziggy che saltellava e chiacchierava come se due notti prima, nei panni di Hanna, non mi avesse travolto con il suo corpo, le sue parole, i suoi desideri. Sapevo che se Ziggy quella mattina si fosse presentata comportandosi come se quel sabato sera non fosse mai accaduto niente, mi sarei sentito leggermente a terra.

Ero stato cresciuto soltanto da mia madre, insieme a due sorelle più grandi che mi avevano insegnato per forza di cose a capire le donne, a conoscerle e ad amarle. Durante una delle due sole relazioni serie della mia vita, avevo detto alla mia ragazza che probabilmente questo trovarmi a mio agio con le donne mi aveva procurato molti vantaggi durante l’adolescenza ed ero finito a desiderare di fare sesso con qualsiasi ragazza incontrassi. Credevo che quella ragazza avesse voluto insinuare, neanche troppo velatamente, che io manipolassi le donne facendo finta di ascoltarle. Non avevo approfondito l’argomento; ci eravamo lasciati non molto tempo dopo.

Ma la mia disinvoltura nei confronti del sesso opposto non sembrava avermi aiutato nel caso di Hanna. Lei sembrava fosse una creatura diversa, appartenente a un’altra specie. Aveva fatto crollare tutte le mie certezze.

Quando mi riaddormentai, cominciai a sognare di scoparla sopra un enorme ammasso di attrezzature sportive. Una racchetta da lacrosse mi si era conficcata dietro la schiena ma io non ci facevo caso. Ero intento a guardarla mentre si muoveva sopra di me, con gli occhi nitidi fissi sui miei e le mani che mi accarezzavano il petto.

Sentii il cellulare vibrarmi sotto la schiena e mi svegliai di colpo. Guardai l’ora e mi resi conto che avevo dormito troppo; erano quasi le otto e trenta. Risposi senza nemmeno guardare lo schermo, pensando che fosse Max che voleva chiedermi dove diavolo fossi, dato che il lunedì mattina avevamo la nostra solita riunione.

«Okay, amico. Sarò lì fra un’ora.»

«Will?»

Cazzo. «Oh, ehi.» Sentii una stretta al petto così forte da dovermi mettere una mano sulla bocca per soffocare un gemito.

«Stavi ancora dormendo?» mi chiese Hanna. Sembrava senza fiato.

«Sì.»

Lei rimase in silenzio e io sentii il rumore del vento dall’altro capo del telefono. Era fuori, e senza fiato. Era andata a correre senza di me. «Mi dispiace averti svegliato.»

Chiusi gli occhi, premendo la mano stretta a pugno sulla fronte. «Non preoccuparti.»

Lei non disse niente per alcuni lunghi, imbarazzanti secondi durante i quali mi immaginai diversi tipi di conversazioni. Una in cui lei mi diceva che ero uno stronzo. Un’altra in cui mi chiedeva scusa per aver insinuato che avessi avuto un atteggiamento sprezzante nei confronti della notte trascorsa insieme. Una in cui parlava a vanvera, nello stile di Ziggy. E un’altra, infine, in cui mi chiedeva se poteva venire da me.



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