Benvenuti all'inferno! Storia delle origini del Black Metal by Flavio Adducci

Benvenuti all'inferno! Storia delle origini del Black Metal by Flavio Adducci

autore:Flavio Adducci [Adducci, Flavio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9791280133427
editore: Officina di Hank
pubblicato: 2020-12-08T23:00:00+00:00


Treblinka… un nome che allora faceva incazzare non pochi ispirato com’era alla località polacca tristemente famosa per il suo omonimo campo di concentramento nazista. Ragion per cui, da quando nacquero durante il marzo del 1988 a quando cambiarono nome in Tiamat (come una dea sumera) nel 1989 dopo essersi finalmente accorti di quanto ingombrante e quindi poco commercia(bi)le fosse il precedeente, i nostri quattro eroi guidati dall’instancabile Johan Edlund non ebbero vita facile. Per dire: durante uno dei loro primi concerti dovettero rassicurare gli organizzatori di non essere simpatizzanti di ideologie naziste; ma, appena ottenuto il tanto sospirato permesso di salire sul palco, Johan ebbe la brillante idea di urlare a gran voce che il gruppo era fiero del proprio nome! Fra l’altro, erano portatori di un immaginario satanico mica da ridere, dal logo pieno zeppo di cliché occulti e orrorifici come le ragnatele, un 666, un pentacolo e chi più ne ha più ne metta, agli pseudonimi diabolici tipo Hellslaughter (lo stesso Edlund), per finire con il look con trucco nero agli occhi, croce rovesciata in fronte e un bel po’ di borchie.

Il tutto in perfetta sintonia con la musica proposta, un black/death metal tecnicamente rudimentale ma abbastanza dinamico e con qualche melodia minacciosa avvolto da un’atmosfera oscura enfatizzata dalla voce spettrale di Hellslaughter. L’atmosfera viene adorabilmente rovinata da goliardate memori dei Venom, tipo l’improvviso e assolutamente fuori luogo stacco blues di “Evilized” presente nel secondo demo “Sign of the Pentagram” del 1989, poi riproposto spiccicato sul fondamentale album di debutto dei Tiamat “Sumerian Cry” (C.M.F.T. Productions) del 1990, registrato oltretutto nei rinomati Sunlight Studios di Stoccolma, di proprietà di Tomas Skogsberg, fra i responsabili principali del caratteristico suono a motosega del death metal svedese.

L’album, che parte con una misteriosa intro acustica dal fascino antico e orientaleggiante, mischia sezioni violentissime in blast-beat a funeree parti doom (che anticipavano talvolta quelle dei Beherit di “Drawing Down the Moon”), caratterizzando il tutto con i grugniti in cagnesco pur in una produzione dalla qualità altalenante, e quindi non sempre efficace.

Lo stile sarebbe però cambiato radicalmente nel corso degli anni fino a perdere qualsiasi connotato metal, rendendo i Tiamat, ormai nei fatti il progetto solista dell’incontentabile Johan Edlund (che si è rifiutato di prendere parte alla reunion del 2008 dei Treblinka a causa del nome dubbio), uno dei gruppi svedesi più amati di sempre nel vasto calderone dell’heavy metal.



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