Bloody Roots by Alessandro Angeli

Bloody Roots by Alessandro Angeli

autore:Alessandro Angeli [Angeli, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Arcana
pubblicato: 2024-05-23T22:00:00+00:00


6

Dal punto di vista dei soldi le cose andarono diversamente quando ci ingaggiarono al Fox di Detroit, un teatro leggendario dove mi dettero trecento verdoni alla settimana. Tanti soldi in vita mia non li avevo mai visti. Il guaio è che per intascare tutti quei dollari dovetti subire delle terribili umiliazioni. Mi fecero pitturare la faccia di nero perché il pubblico si aspettava un’orchestra di negri e il colore del mio incarnato era troppo tendente al pallido. Se c’è una cosa che mi è stata veramente utile in quel lungo tour con Basie, Lester e gli altri ragazzi, è che mi ha fatto aprire ancora meglio gli occhi su come andavano le cose in questo Paese. New York era oro rispetto agli Stati del Sud. Be’ sulle prime non volevo accettare e dissi agli impresari del teatro che quel cerone dovevano metterselo dove sapevano. Poi gli altri cercarono di convincermi e visto che non ero sola, ma facevo parte di un complesso accettai. Il fatto è che per tutto il tempo che cantai con quella merda addosso avevo lo stesso stato d’animo di quando facevo marchette. E se avevo in passato mortificato il mio corpo, non potevo fare altrettanto con la mia anima. Perciò dopo un paio di mesi mollai tutto e me ne tornai a New York da mia madre. Quando le raccontai l’accaduto, disse testualmente che avevo buttato al vento la mia grande opportunità di diventare una vera e propria star della musica. E in effetti passarono molti mesi prima che ricevessi un altro ingaggio.

Tornati a casa le cose non si misero bene. Non riuscivo ad avere serate e io e mia madre stavamo per finire sul lastrico. Così un giorno andai nell’ufficio del mio agente a dirgliene quattro. Lui mi disse che dal momento che ero troppo grassa, nessuno voleva scritturarmi. Ragazzi, ancora pensavano che le cantanti fossero intrattenitrici da nightclub, che ribrezzo mi faceva il mondo visto dagli occhi dei maschi. Ciò nonostante, dopo essermi messa il cerone in faccia per sembrare più nera, accettai anche di mettermi a dieta. E così dopo qualche mese arrivò l’invito di un grande teatro di Chicago. Io e Ma’ non stavamo nella pelle, perciò partimmo tutte e due senza bagaglio, quasi. Ma le cose non andarono proprio come le avevamo immaginate. Agli shows venne poca gente e il direttore cominciò a mettere in discussione il mio talento. Mi fece talmente incazzare che raccolsi il calamaio dalla sua scrivania e glielo tirai addosso, per fortuna ebbe un buon riflesso e si abbassò in tempo, altrimenti sarei finita di nuovo al fresco.

Avevo ventidue anni quando morì il mio vecchio e fu un duro colpo. L’avevano lasciato morire di polmonite perché a quei tempi nessun ospedale curava i negri. Si trovava in Texas a suonare quando le sue condizioni peggiorarono, l’unica struttura che accettò di curarlo fu un ricovero per reduci di guerra, ma ormai le sue condizioni erano disperate e si limitarono a dargli un letto in una stanzetta, dove qualche ora dopo si spense.



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