Bravelands. Sfida all'ultimo sangue by Erin Hunter

Bravelands. Sfida all'ultimo sangue by Erin Hunter

autore:Erin Hunter [Hunter, Erin]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2020-07-01T22:00:00+00:00


CAPITOLO 14

«Quanto pensi che ci vorrà?» chiese Corno d’Argento, nervosa. Agitò il corno in direzione della fila di gnu che quasi li circondavano con espressione ostile. Era tutta la mattina che la mandria si era fatta sempre più vicina, sbuffando e scalpitando. Gradualmente avevano formato un semicerchio intorno a loro e diventavano sempre più aggressivi. Ma Azzurra e i suoi amici non potevano scappare. Non subito, almeno.

«Se devo essere sincera, Corno d’Argento, non lo so» ammise Azzurra. Chinò il capo in un gesto di minaccia, quando uno degli gnu osò fare un passo avanti. «Ho assistito al parto di Astro, ma non ho idea di quanto ci mettano a nascere dei cuccioli di ghepardo. E tu, Roccia, che ne pensi?»

«Be’, non chiederlo a me» grugnì quello, pestando il suolo con una zampa per intimorire gli gnu.

Alle loro spalle si sentì di nuovo un frusciare di fronde, poi un debole gemito di dolore e infine un respiro affannato. “I cuccioli di Saetta non hanno scelto il momento migliore per venire al mondo” pensò Azzurra. Gli gnu li avevano seguiti tutto il giorno e non avevano affatto l’aria di essere lì per congratularsi per la nascita imminente.

«Perché siete ancora nelle Terre del Coraggio?» mugghiò il loro capo, un maschio con una cicatrice sul naso. «Tu e la tua famiglia contro natura non siete i benvenuti qui». Aveva un’espressione caparbia.

«E voi perché ci state seguendo, allora?» ribatté Corno d’Argento. «Sembra che vi piaccia la nostra compagnia, visto che è dal Grande Raduno che non ci lasciate da soli».

«Quell’elefantessa» il capo degli gnu indicò Azzurra con le corna «ha insultato il Grande Padre. E, così facendo, ha insultato anche il Grande Spirito. Deve andarsene via!»

Con un grugnito rabbioso, Roccia fece per caricarlo agitando le zanne. Lo gnu nitrì spaventato, cercando di scansare il colpo, ma una delle lunghe zanne gli graffiò il fianco. Con un urlo di dolore si diede alla fuga e la sua mandria gli corse dietro.

«Guarda un po’ chi è che se ne va, adesso» gli gridò dietro Roccia. Poi, facendo ritorno da Azzurra, aggiunse: «Idioti!».

«Saranno pure degli idioti, ma molti la pensano come loro» sospirò la giovane elefante. «Sembra proprio che Aguzzo sia riuscito nel suo intento di mettermi contro tutte le Terre del Coraggio».

Sentirono un debole miagolio provenire da sotto il cespuglio e si voltarono entrambi tendendo le orecchie in quella direzione. «Oh, stelle!» esclamò Azzurra. «Sono nati! Forza, Roccia, andiamo a vedere!»

«Vai avanti tu» borbottò quello in tono agitato e fece un passo indietro.

Azzurra raggiunse in fretta il cespuglio e scostò gentilmente i rami con le zanne. Saetta se ne stava lì, sdraiata sul fianco, con la pelliccia fradicia. Sembrava sfinita, ma felice. Due minuscoli cuccioli dalla testina coperta di soffice peluria erano raggomitolati accanto al suo ventre.

«Oh, Saetta, sono magnifici!»

La femmina di ghepardo agitò la coda, tutta orgogliosa. «Li chiamerò Svelto e Vivace. Guarda quanto sono già vispi!»

Le due creature si dimenavano, spingendosi a vicenda mentre poppavano il latte. Saetta chinò la testa per leccarli. Mentre osservava la famigliola, Azzurra sentì un’improvvisa fitta di dolore.



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