Breve storia della letteratura a fumetti by Daniele Barbieri

Breve storia della letteratura a fumetti by Daniele Barbieri

autore:Daniele Barbieri [Barbieri, Daniele]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Quality paperbacks, Mass Media e Comunicazione
ISBN: 9788843079087
editore: Carocci editore S.p.A.
pubblicato: 2014-12-31T23:00:00+00:00


Il fumetto in Italia dal “Corriere dei Piccoli” a Diabolik

La data tradizionalmente accettata come ufficiale per la nascita del fumetto in Italia cade poco più di 100 anni fa. Era infatti il 27 dicem- bre 1908 quando uscì il primo numero del “Corriere dei Piccoli”.

Supplemento per bambini del giornale della borghesia colta settentrionale, il “Corriere dei Piccoli” mantiene dalla nascita sino ai primi anni sessanta un tono mediaticamente conservatore. Non solo perché nel palinsesto del giornale affianca alle storie per immagini lunghe pagine di narrazione verbale, ma anche e soprattutto per l’assoluta esclusione del balloon e la consuetudine di accompagnare ogni immagine con una didascalia di riferimento. Rispetto a quello che accadeva negli stessi anni sui giornali britannici e francesi, il fumetto italiano presenta una novità, suggerita, pare, da Antonio Rubino (1880-1964): non una breve prosa di accompagnamento, ma coppie di versi rimati a suggerire un andamento da cantastorie, simile probabilmente a quello che si usava nelle piazze, con un’eco ai poemi cavallereschi in ottave (o alla loro parodia, del genere La secchia rapita).

Le produzioni importate dall’America vengono così tagliuzzate e ridotte al nuovo formato, mentre quelle originali sono prodotte direttamente così. È evidente quanto poco debba restare dell’aggressività visiva dei fumetti americani (si pensi solo a quanto si vada a perdere della raffinata complessità grafica del Little Nemo di McCay!) in questa riduzione. Il risultato è sicuramente onesto, borghese e rassicurante. Eppure quando le pagine vengono prodotte appositamente per il “Corrierino”, qualcosa riesce ugualmente a passare, e nonostante il formato imponga davvero vincoli gravosissimi agli autori, non sono pochi i fumetti memorabili prodotti in questo modo.

Il primo e più importante nome da fare per il “Corrierino” è quello del medesimo Antonio Rubino, autore di grande inventività, prolificissimo e dotato di un’ammirevole capacità grafica. Dà forse le sue prove migliori nel campo dell’illustrazione, con un segno ispirato allo stile floreale diffuso nei primi decenni del secolo; ma anche i suoi fumetti restano di grande interesse. Da Quadratino (TAV. 15) a Viperetta, a Pierino e l’odiato burattino, troviamo un susseguirsi di invenzioni che sono insieme grafiche e narrative, e soprattutto la costruzione coerente di un universo immaginario, a cui più o meno tutti gli autori del “Corrierino” sono tenuti a rifarsi.

Tra questi, lavora dal primo numero anche Attilio Mussino (1858-1958) con il suo Bilbolbul, basato sulla messa in scena dei giochi di parole. Già Mussino mostra uno stile grafico più sobrio, seppure con una capacità minore di quella di Rubino. Bisogna aspettare l’ingresso in campo di Sergio Tofano (o Sto, 1886-1963) per trovare un antagonista di Rubino all’altezza del maestro. È il 28 ottobre 1917 quando appare per la prima volta Il Signor Bonaventura (TAV. 16), un eroe due volte a rovescio: se il prototipo dell’antieroe del “Corrierino” è Fortunello (Happy Hooligan) a cui vanno tutte storte, Bonaventura è un vero antiantieroe, perché nonostante gliene capitino di tutti i colori, e lui contribuisca non poco ai propri disastri, le sue avventure sono sempre ossessivamente a lieto fine, con l’elargizione nei suoi confronti del fatidico milione, in segno di gratitudine da parte dei suoi involontari beneficiati.



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