Caccia allo Strega by Gianluigi Simonetti

Caccia allo Strega by Gianluigi Simonetti

autore:Gianluigi Simonetti [Gianluigi Simonetti]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-06-01T00:00:00+00:00


6. Un salto al Campiello. Rosella Postorino, Le assaggiatrici (2018)50

La vicenda stilistica delle Assaggiatrici merita un approfondimento – il che ci permetterà tra l’altro di riflettere sulle analogie che legano oggi il Campiello allo Strega (non meno che sulle differenze che persistono). Il doppio meccanismo di selezione che caratterizza il Premio veneto – una giuria tecnica e ristretta che seleziona la cinquina, una vasta giuria popolare che sceglie fra i cinque finalisti il vincitore assoluto – vorrebbe garantire, più di quanto non possa permettersi lo Strega, uno spazio d’incontro tra qualità letteraria e buona leggibilità. Rispetto allo Strega, il Premio Campiello si era abituato nel corso del tempo a sfoggiare un’autonomia relativamente maggiore dai grandi marchi, a preferire i singoli libri alla reputazione dei loro autori, a incoraggiare di conseguenza scrittori meno noti al grande pubblico – talvolta “scoprendoli” e preparandone il futuro, anche commerciale.

Così almeno alla fine del Novecento. Negli ultimi anni anche al Campiello le cose sono un po’ cambiate, in scia col mutare dell’identità stessa della nostra narrativa, e in sostanza col dilagare di quel romanzo di stampo midcult che altrove chiamo di “nobile intrattenimento”51. Se negli ultimi anni lo Strega si è per così dire un po’ “campiellizzato”, assorbendo parte dell’attenzione che il Premio veneziano ha sempre riservato alla ricerca di romanzi contraddistinti da un adeguato e ben visibile tasso di letterarietà, il Campiello, dal canto suo, si è forse un poco “streghizzato”, accogliendo talvolta in cinquina, e poi premiando attraverso la giuria popolare, romanzi non di rado studiatamente sintonizzati con la cronaca, accuratamente accordati alle tendenze letterarie e di costume; romanzi facili, consensuali, inclini alla semplificazione formale e, dal punto di vista politico, fin troppo ansiosi di mettersi (e di mettere i lettori) sempre e comunque dalla parte giusta.

È il caso delle Assaggiatrici di Rosella Postorino, che vince il Campiello nel 2018. Come Scurati, anche Postorino si ispira a fatti reali – nel suo caso, la storia di Margot Wölk, assaggiatrice di Hitler, incaricata con altre quattordici compagne di verificare che i pasti serviti al Führer nella caserma di Krausendorf non fossero avvelenati. Ma a differenza di Scurati, che si concentra su un Mussolini dai tratti quasi bestiali, Postorino mette in scena un personaggio contraddittorio: Rosa non è né buona né cattiva, esprime sentimenti ambigui e riflette sulle proprie azioni, alla ricerca di senso. Mentre Le Benevole adotta senza riserve il punto di vista del carnefice (trattandolo però da individuo complesso, con elementi di grande fascino), e M oscilla tra carnefici e vittime, Le assaggiatrici opta per una interessante struttura di compromesso: la narratrice è al tempo stesso carnefice e vittima. Carnefice, perché parte integrante della macchina del Terzo Reich, oggettivamente complice del Male; ma anche vittima, perché da subalterna è costretta a obbedire agli ordini di carnefici ben più crudeli e consapevoli, allo scopo di salvare la propria vita, e senza essere padrona del proprio destino. A differenza di Aue (e ovviamente di Mussolini), Rosa è ideologicamente estranea al nazismo: mentre i primi giocano



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