Capitalismo rosso. Gli investimenti cinesi in Italia by Andrea Goldstein

Capitalismo rosso. Gli investimenti cinesi in Italia by Andrea Goldstein

autore:Andrea Goldstein [Goldstein, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bocconi
pubblicato: 2016-10-12T22:00:00+00:00


Le principali acquisizioni cinesi in Italia

Le banche cinesi, che potenzialmente fanno da ponte tra aziende italiane e cinesi per realizzare investimenti incoming, operano principalmente nel trade financing, mentre la presenza è ancora esigua sugli altri fronti (retail o banca d’investimento). Secondo Giuseppe Parigi, responsabile Relazioni Internazionali di Banca d’Italia, i tre istituti presenti in Italia (Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China e China Construction Bank) hanno una raccolta totale di circa 1 miliardo di euro e 119 dipendenti. Nel dettaglio, Bank of China, che aprì la prima filiale a Milano nell’aprile 1998, ne ha tre, mentre Icbc, che è la seconda banca al mondo per capitalizzazione, ha uno sportello a Roma, vicino a Piazza di Spagna. A Milano c’è la succursale della China Construction Bank (Europe) S.A. basata a Lussemburgo, la quarta dopo Amsterdam, Parigi e Barcellona, operativa da febbraio 2016. Certo sembrano poche cose rispetto alle ambizioni di altre piazze finanziaria europee, ma non va dimenticato che nella banca al dettaglio in Italia operano pochissime entità estere (oltre alle due cinesi, solo Deutsche Bank, ING, Carrefour Banque, Barclays, Commerzbank, Rabobank, Bank of America e Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ). Mancano anche gli intermediari specializzati, tanto che alla fine uno dei personaggi di spicco in tante trattative che hanno visto coinvolti soggetti cinesi (come Alibaba, Ilva, Milan) è Fu Yixiang, vicepresidente della Camera di Commercio Italia-Cina.

A dir la verità un trophy asset l’Italia l’aveva conquistato nel 2013, quando Dagong, la prima agenzia di rating a infrangere il monopolio delle tre sorelle anglosassoni Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch, aveva aperto la sua succursale europea a Milano. Non era stata una scelta ingenua, anche dal punto di vista politico, tanta era la curiosità che circondava Dagong e magari anche i timori che suscitava l’utilizzo di criteri e giudizi di valutazione sul debito diversi da quelli tradizionali. A favorire l’apertura di Dagong Europe Credit Rating Agency era stata Mandarin Capital Partners, con una quota del 40 per cento. Contemporaneamente Dagong dava vita a Universal Credit Rating Group, un’alleanza con la russa RusRating e con la statunitense Egan-Jones Ratings, un’altra opportunità per il nostro paese. Sfortunatamente tre anni dopo Dagong Europe ha spostato la divisione operativa a Francoforte, attratta ovviamente dalla centralità della Germania nella geografia finanziaria europea, ma anche dalla disponibilità d’incentivi di cui può godere come start-up.

Il quadro si completa con l’immobiliare, in cui come già detto dal 2013 i cinesi sono diventati il principale operatore internazionale, con una decisa preferenza per New York, la California e Londra. A Milano almeno c’erano grandi attese per l’Expo, dove effettivamente l’ex Celeste impero era ben rappresentato, con tre padiglioni a Rho e un quarto in città, in piazza Duca d’Aosta. Dopo i 345 milioni di euro che Fosun ha messo sul piatto per aggiudicarsi Palazzo Broggi in piazza Cordusio, l’ex sede UniCredit prima del trasferimento nella zona di Porta Garibaldi, dismesso dal fondo Omicron Plus, l’entusiasmo cinese per il mattone ambrosiano si è però un po’ affievolito. In compenso a fine 2015 è



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.