C'eravamo tanto a(r)mati. Storie di calcio della Germani Est by Fabio Belli & Marco Piccinelli

C'eravamo tanto a(r)mati. Storie di calcio della Germani Est by Fabio Belli & Marco Piccinelli

autore:Fabio Belli & Marco Piccinelli [Belli, Fabio & Piccinelli, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rogas
pubblicato: 2021-05-14T22:00:00+00:00


«[…] Non è certo tutta colpa della polizia della Repubblica democratica (che peraltro ha trattenuto il passaporto consegnandocelo soltanto al treno che nella notte ci ha riportati a Norimberga, facendoci sentire quindi una specie di 007) se le cose sono andate così. C’è anche la storia di un visto misterioso atteso al confine da Berlino Est ed evidentemente non giunto. Così, arrivati alle 13 di ieri [10 ottobre 1972] a Probstzella, dopo vari sorrisi siamo passati agli sguardi sospettosi ed alle 19, l’ora solita dell’aperitivo serale, ad un cortese, ma fermo, invito ad andare a letto — senza cena, come i bambini cattivi — sulla brandina dell’infermeria». Sono pur sempre occidentali: i poliziotti si insospettiscono, iniziano frenetiche telefonate e chissà per quale assurdo motivo dei responsabili di pagine sportive di quotidiani italiani chiedono di poter vedere una partita della DDR-Oberliga, quando per anni s’era detto che nella Rdt, in fondo, a calcio non sanno giocare bene tanto quanto nelle nazioni dall’altra parte della cortina di ferro.

A tenere compagnia ai giornalisti c’era anche un tedesco occidentale, raccontò il cronista: avrebbe dovuto svegliarsi per tempo e scendere alla fermata di Norimberga, tuttavia, «evidentemente «pieno di birra»», si era appisolato sui sedili del vagone e mancò la fermata. Suo malgrado, si ritrovò a vivere quella faccenda dei giornalisti sportivi italiani fermi alla frontiera. Tanto Perucca e gli altri, quanto l’ubriaco tedesco occidentale, furono rispediti in quella città «con una brusca sveglia alle due di notte».

Prima del ritorno a Norimberga, mentre le ore passavano ‒ e la situazione permaneva immutata ‒, le richieste di poter telefonare in Italia alla redazione del giornale, alle proprie famiglie, a tutta una serie di contatti utili per poter spiegare la situazione di stallo in essere, vennero tutte negate. Tranne una: quella di poter chiamare il posto di polizia della città di Jena: «[…] dove si sono mostrati convinti delle nostre esigenze, ma si son detti impossibilitati ad inventare un permesso che, per i giornalisti, deve arrivare dalla capitale». Dall’altra parte del telefono, il poliziotto di Jena risponde ai giornalisti italiani dicendo che lui, ovviamente, tifava per la squadra locale e che, senza ombra di dubbio, la partita l’avrebbe vinta il Carl Zeiss e non il Magdeburgo. Scriveva Perucca: «Il poliziotto di Jena per lo meno era un tifoso di calcio e ci ha dato qualche informazione sostenendo che il Carl Zeiss farà la pelle al Magdeburgo».

E quel funzionario di polizia non aveva poi tutti i torti, nonostante la faziosità della sua fede calcistica non lo avrebbe mai fatto parteggiare per altra squadra che non fosse quella della sua città: la Serie A della Rdt del 1972/73, infatti, vide l’FC Carl Zeiss superare di cinque punti in classifica l’FC Magdeburgo, che ottennero rispettivamente 39 e 34 punti. Ma tanto la squadra di Jena quanto quella di Sparwasser combattevano per il secondo e terzo posto. Il titolo quell’anno andò alla Dinamo Dresda con 42 punti e 61 gol realizzati [9] .

L’intenzione dell’inviato della «Stampa» era chiara. D’altronde era il suo



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