Ceruleans Sins by Hamilton Laurell Kaye

Ceruleans Sins by Hamilton Laurell Kaye

autore:Hamilton, Laurell Kaye [Hamilton, Laurell Kaye]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ro
editore: Nord
pubblicato: 2010-11-15T23:00:00+00:00


CAPITOLO 31

Mi opposi all’ardeur durante il restante tragitto fino al Circo, e poi mentre attraversavo di corsa il parcheggio e spalancavo la porta. «Chiedi a Nathaniel della jeep», dissi a uno sbalordito Bobby Lee, e continuai la corsa giù per la scala che conduceva al sotterraneo.

Anche Richard correva, tra gli alberi, sferzato dalle fronde, schivando e saltando, come acqua incarnata e carne sciolta in pura velocità. Correva tra gli alberi, e qualcosa lo precedeva rumorosamente. Rizzò la testa di scatto e iniziò la caccia.

Spalancai la porta della camera da letto di Jean-Claude mentre Richard intravedeva una cerva, che con un balzo cercava di salvarsi la vita. C’erano altri lupi nella foresta, molti in vera forma di lupo, ma non tutti.

Le guardie richiusero saldamente la porta alle mie spalle. Non seppi mai cosa percepirono né cosa videro, e probabilmente fu meglio così.

Immobile, morto, Asher era ancora sdraiato sulle lenzuola di seta azzurra.

Soltanto il Master della Città era sveglio e si muoveva. Una fulminea indagine telepatica mi rivelò che tutti i vampiri dormivano nelle loro bare e nei loro letti. Per un momento sfiorai Angelito, che passeggiava avanti e indietro, inquieto, confuso, chiedendosi perché la sua padrona non fosse riuscita a portare a termine il suo piano diabolico. Alzò lo sguardo come se mi vedesse, o come se intuisse la mia presenza.

Poi fui di nuovo alla porta del bagno. Richard aveva abbattuto la preda, che nel dibattersi lo colpì al ventre con uno zoccolo, lacerandogli la pelle. La cerva però non aveva nessuna possibilità di salvezza, anche perché intanto erano arrivati altri lupi. Uno, che aveva la pelliccia nera, le squarciò la gola, e Richard le fu sopra in forma umana, bloccandola mentre la sua resistenza s’indeboliva, diventando spasmodica e involontaria. La paura della cerva si dissolse come spuma di champagne stappato e lasciato a diventare inerte.

La porta del bagno spalancata sbatté contro la parete e si richiuse alle mie spalle non appena ebbi varcato la soglia senza che ricordassi di averla neppure toccata.

In ginocchio nella vasca di marmo nero, coi lunghi capelli neri incollati alle spalle, Jean-Claude si era già lavato; era corso in bagno non appena mi aveva sentita arrivare come una tempesta di desiderio. Non era stata la prima volta, naturalmente, ma non sempre la tempesta si era abbattuta su di lui.

Fiutai caldo sangue appena sgorgato mentre Richard si curvava sulla gola della cerva e il lupo che l’aveva uccisa indietreggiava affinché l’Ulfric potesse nutrirsi; la pelle della preda aveva un odore acre, impregnato di paura. Non volevo essere nella testa di Richard quando avesse applicato la bocca alla ferita, così entrai vestita nella vasca, impregnandomi i jeans di acqua calda fino alle cosce. «Aiutami», sussurrai, anche se avrei voluto gridare.

Con l’acqua che ruscellava sul candore perfetto della sua pelle, Jean-Claude si alzò, attirando il mio sguardo su tutta la lunghezza del suo corpo. Lo scoprii flaccido, non ancora pronto per me, e gridai, mentre Richard affondava i denti nel manto della cerva. Poi Jean-Claude mi afferrò, impedendomi di



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