Champagne e cambiali by Domenico Monetti & Luca Pallanch

autore:Domenico Monetti & Luca Pallanch [Monetti, Domenico & Pallanch, Luca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Minimum Fax

GLI EUROPEI

«Io sono sempre stato europeista, educato in questo anche da mio padre», dichiara con orgoglio Renzo Rossellini, figlio di Roberto. Un’affermazione che oggi, con l’abbattimento delle frontiere fra gli stati dell’Unione Europea, può apparire scontata, ma che riferita agli anni Ottanta, quando Renzo aveva cavalcato il sogno di una grande casa di produzione europea in contrapposizione al cinema hollywoodiano, suonava audace. Significava ampliare gli orizzonti, non accontentarsi dei pur buoni risultati economici consentiti dal mercato interno, ancora vitale, confrontarsi con partner europei e concepire un nuovo cinema, con un linguaggio più universale. Non semplicemente un prodotto da realizzare in scala e diffondere nel mondo, secondo il metodo delle major a stelle e strisce, ma una forma espressiva che rivelasse la personalità dell’autore e, attraverso di lui, anche quella del produttore, in una simbiosi umana e culturale. Non più una contrapposizione di ruoli, ma una condivisione di spirito e di lotta, come emerge dai profili dello stesso Renzo Rossellini, ma anche di Amedeo Pagani e di Rosanna Seregni. Tutti e tre hanno coltivato questo sogno anche fuori dall’Europa, in particolare in Sudamerica, dove il cinema è ancora avventura e resistenza, con uno sguardo incontaminato in grado di spaziare senza frontiere. Esperienze di vita, figlie di una visione politica: la macchina da presa come un’arma per cambiare il mondo, o almeno provarci.

Produttori europei con un’anima italiana e la valigia sempre pronta perché il cinema, prima di tutto, è movimento. Produttori senza poltrone, segretarie, annessi e connessi, che sposano un progetto e lo portano avanti con tutte le loro forze, senza una linea di demarcazione tra la vita e il lavoro: un film è la vita perché vi è dentro un mondo da scoprire ogni volta. Incorreggibili sognatori alla ricerca di compagni d’avventura che condividano la medesima utopia, ché la realizzazione di un sogno equivarrebbe alla fine del gioco.

Accanto a loro, due produttori che questa visione europea ce l’hanno nel sangue, due nobili prestati al cinema, con ben chiara, fin dall’inizio, la dimensione ludica, incerta, persino improbabile che ruota attorno a un film: Marina Cicogna e Ettore Rosboch. Due persone, prima di tutto, curiose della vita, soprattutto di universi lontani dai loro orizzonti, amanti dell’arte risucchiati in un sistema che spesso imponeva, quell’arte, di metterla da parte perché il cinema ha un costo e un prezzo da pagare. L’una, anche se non formalmente, al vertice della più europea e internazionale delle nostre case di produzione, non a caso chiamata Euro International Films; l’altro, folgorato da Schifano, Godard e dal vento dell’est, mimetizzato in un mondo che non gli apparteneva perseguendo, più che film, sodalizi umani. Due corpi estranei, ma dotati della duttilità necessaria per essere accettati in un ambiente di dubbia nobiltà, senza peraltro che la loro visione moderna e anticonformista della vita facesse proseliti. Mosche bianche.

Infine Roberto Levi, che un progetto europeo, con il gruppo Polytel, lo ha perseguito veramente, anticipando il sistema attuale in cui i confini tra cinema e televisione sono ormai crollati. Un progetto che mirava ad abbattere

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