Chris Amon. La sfortuna non esiste by Emiliano Tozzi

Chris Amon. La sfortuna non esiste by Emiliano Tozzi

autore:Emiliano Tozzi [Tozzi, Emiliano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Sports, Sports & Recreation, Motor Sports, General
ISBN: 9788833244402
Google: yQcczwEACAAJ
editore: Minerva
pubblicato: 2022-07-15T09:54:14+00:00


14.

DAYTONA

La più bella vittoria di sempre.

Con la sport più bella di sempre.

Partire per una simile impresa era roba da far tremare le vene e i polsi a chiunque.

Vincere a casa degli americani.

A Daytona.

Non solo un semplice azzardo, ma probabilmente una vera e propria assurdità che solo un matto avrebbe potuto concepire, nel ripensare lucidamente, poi, alla batosta appena ricevuta nell’ultima edizione della 24 Ore di Le Mans.

E solo un matto, messo con le spalle al muro, avrebbe potuto elaborare un pensiero tanto avventato. Così lucido nella sua follia da non temere affatto la sconfitta nelle sue più rovinose e catastrofiche conseguenze.

La casa del “matto” Ferrari. Venduta nel suo passato. La madre agli inizi di quella sua carriera da pilota acconsentì a cedere la proprietà di famiglia, dando così a quel suo unico erede rimastogli la possibilità di potersi comprare un’auto da corsa.

Promettimi però, caro Enzo, figlio mio adorato, che quella stessa casa un giorno ricomprerai.

Una promessa che purtroppo a Ferrari in quei novant’anni di vita terrena non gli riuscì di mantenere.

Era tempo che lo spirito e la magia di quella stessa casa venduta decenni addietro venisse a bussare per quell’occasione, alle porte di Daytona.

Quel sogno, che non era mai stato in vendita anche a fronte dei milioni di dollari di Henry Ford II, voleva continuare a vivere in quei giorni di dicembre nel sud degli Stati Uniti.

Nuovi capitoli delle proprie travolgenti fantasie.

Alle esigue casse del reparto corse, Forghieri chiede ulteriori fondi per un ultimo necessario sacrificio. Prendere la squadra prototipi e portarla in Florida, per una particolare sessione di collaudo da tenere direttamente tra le curve sopraelevate del circuito di Daytona. In due mesi la P4 era venuta pronta. Dicembre era alle porte e non c’era stato tempo. Tempo di accorgersene.

Ferrari con largo anticipo decise di affilare le armi, conducendo in quelle intense giornate di collaudo a porte chiuse anche la simulazione di un test sull’intera distanza di una 24 Ore. Cosa mai tentata a Maranello in vista di una gara Endurance.

Uno scrupolo costosissimo, ma in ballo c’era molto di più di una semplice corsa. Soprattutto dal lato italiano del fronte, in cerca di una risposta che potesse arrivare forte e chiara nei pressi di Dearborn.

Nulla di nuovo insomma.

Quello che di nuovo invece si poteva vedere in pista era la veste della 330 P4 con le sue forme sinuose carrozzate da Piero Drogo. Chris e Lorenzo girano nell’apparente deserto degli spalti di Daytona, sentendo soltanto il rumore del proprio V12.

Il vestito che avevano visto tagliare a Maranello andava assemblato in loco in via definitiva.

Senza incertezze.

Era necessario levare i punti d’imbastitura, e di sutura di quel nuovo abito, dando valore prestazionale a quelle forme voluttuose di un’auto da corsa senza precedenti. Se a Chris la Mk II con cui aveva vinto a Le Mans poteva essere sembrata agile come un camion, mettersi alla guida della P4 appariva per certi versi come un’esperienza mistica.

Qualcosa che a fatica potesse trovare dimora nella mente di un pilota, se non pensando che gli equilibri meccanici di quella vettura fossero il frutto di una risultante dalle proporzioni rasenti la perfezione.



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