Ci alleniamo anche se piove? by non è più domenica

autore:non è più domenica [domenica, non è più]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Sport
editore: Amazon KDP
pubblicato: 2019-03-04T23:00:00+00:00

IL RITO DELLA DOMENICA

La Domenica, quando ero più piccolo, mia madre mi costringeva ad andare a messa. Non mi è mai piaciuto troppo, ma ci andavo, per farla contenta, non che io non credessi o non credo tutt’ora, ma è proprio la chiesa che mi ha sempre dato un po’ fastidio. Verso i quattordici, quindici anni però, qualcosa, per fortuna, è cambiato. Dalla categoria Allievi in poi, quasi sempre, nella mia regione, si gioca stabilmente la Domenica mattina, ciò comporta, ovviamente, l’abbandono di qualsiasi percorso spirituale. Tuttavia, se da una parte c’è la felicità di lasciarsi alle spalle qualcosa di poco gradito, dall’altra c’è la consapevolezza di dover abbandonare anche qualcos’altro: i pranzi della Domenica. Qualcosa di assolutamente fantastico e ahimè, che non conosco più da parecchio tempo. Sì, perchè se i primi tempi, giocando al mattino, magari non troppo lontano, si riusciva ancora ad abbuffarsi di tanto in tanto, con l’arrivo imminente della prima squadra, questo è scomparso per sempre.

Nel tempo, la Domenica, oltre che ad essere il giorno più bello della settimana, è diventato per me, come credo per la quasi totalità dei giocatori di calcio, un giorno in cui, tutti, possono mettere alla prova la loro abilità nel seguire le regole, a partire già dal Sabato sera. Infatti, tendenzialmente, il calciatore dilettante, pur non essendo un professionista, il Sabato cerca serate tranquille, in compagnia della fidanzata o dei propri amici, bannando la discoteca e qualsiasi forma di alcolico, sul secondo dei due punti ho ancora dei dubbi. Rincasa in un orario decente e, dopo aver lucidato con cura lo scarpino, si mette sotto le coperte, pensando continuamente al giorno dopo e sperando che arrivi il più in fretta possible. La sveglia che suona, per l’unico giorno durante la settimana, è il più piacevole dei risvegli. Una colazione frugale è quello che ci vuole, perchè il pranzo è così vicino ad essa che perdere l’appetito è un attimo. Quest’ultimo, tuttavia, somiglia più ad uno di quei pasti somministrati sotto dieta ferrea o comunque in ospedale. Pasta o riso, rigorosamente in bianco, bresaola o prosciutto crudo e il grana: stop. Niente lasagna, arrosto, patate al forno e vino rosso. Niente di niente, l’unica evasione possibile è una fetta di crostata. Molti giocatori dilettanti poi, hanno la fortuna, se la società lo mette a disposizione, di alleviare il dolore generato dal pranzo frugale, organizzando, ogni Domenica, il pranzo con tutta la squadra. Esso, che sia prima di una trasferta o di una gara in casa, prevede in più, diversamente dal pranzo consumato tra le mura di casa, una partita a carte, accompagnata da blasfemia, sana ignoranza e anche qualche litigata. Insomma, quasi come andare a messa.

Finita questa parte ricreativa, tutto, inizia a farsi tremendamente più serio. La Domenica, continua il suo rito tradizionale negli spogliatoi. Qualcuno spazzola le scarpe in silenzio, qualcun altro, cuffie nelle orecchie, fissa il soffitto senza dare segni di vita. Il bagno diventa un luogo inaccessibile ai deboli di cuore e tutto inizia ad incamminarsi verso la partita.

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