Ci siamo voluti tanto bene by Renzo Arbore & Marisa Laurito

Ci siamo voluti tanto bene by Renzo Arbore & Marisa Laurito

autore:Renzo Arbore & Marisa Laurito [Arbore, Renzo & Laurito, Marisa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-01-20T12:00:00+00:00


Il reato di umorismo

Coi premi io vado maluccio, non dico vincere uno Strega o un Viareggio, per carità, per i giurati della domenica sai che imbarazzo…! Ma mi basterebbe anche un premio minore.

LUCIANO DE CRESCENZO

Qui siamo a un punto chiave di ciò che sei stato e del modo in cui alcuni ti hanno interpretato. Purtroppo sei forse la più illustre, la più ingombrante vittima fatta da quella critica militante che si era compattata soprattutto per opporsi al laurismo e per denunciare il cosiddetto “sacco di Napoli”. Questa critica ha certamente il merito di aver alzato il velo su tante minacce che stavano colpendo la città, ma ho la sensazione che, alla fine, abbia anche procurato dei terribili effetti collaterali.

Partiamo da un dato, un dato che a me pare incontestabile. Ma è mai possibile che allo scrittore italiano più venduto nel mondo non sia mai stato assegnato, qui, in Italia, un premio letterario di autorevolezza assoluta? Uno di quelli che ti danno lo status di grande autore colto? Questa critica così cieca e così snob, a un certo punto sembra che abbia avuto un solo obiettivo: disprezzare tutto, ma proprio tutto quello che è appartenuto alla tradizione classica napoletana, quella su cui la città ha costruito la sua epoca d’oro nell’arte. E mi riferisco principalmente alla canzone e al teatro.

Ogni rievocazione di qualsiasi aspetto che ricordasse il sole, il mare, la pizza o il mandolino sembrava diventato un affronto, anzi per alcuni una specie di crimine, come se Napoli dovesse guardarsi improvvisamente da tutto ciò che fa pensare alla sua storia, e da tutto ciò che molto seriamente ha fatto parte della sua storia. E tu sei stato risucchiato in questo calderone e la tua opera ne è stata travolta, tu che non hai mai fatto lo snob, tu che eri coltissimo e che hai voluto comunque raccontare una Napoli semplice, immediata e profondamente autentica.

Ognuno può pensarla come gli pare, ovviamente, ma la tua Napoli non è una tua invenzione, esiste, e la tua sensibilità umana e letteraria l’ha raccontata meglio di quanto abbia fatto chiunque altro. Non è un caso che oggi si dica “scrivere alla De Crescenzo”. Perché tu sei stato non solo uno scrittore, ma un’intera corrente. Il tuo racconto di Napoli hai saputo farlo soltanto tu, l’interpretazione dei caratteri, la maniera di rappresentarli, i comportamenti collettivi e i comportamenti individuali. Nessuno ci era arrivato prima di te, non in quel modo, non con quella capacità di mescolare colto e popolare che per te era così naturale.

Forse nessuno più di te ha chiarito al mondo che Napoli è un’antropologia, e non c’è nulla di cui vergognarsi. Sfido chiunque a dichiarare che la città di De Crescenzo non preveda la miseria e l’insofferenza, sfido chiunque a sostenere che i tuoi personaggi siano sempre e comunque felici e mostrino di ignorare la vita vera. Quali fossero le ferite della città, tu lo sapevi bene, e le hai raccontate, ma per qualcuno era difficile capirle, forse soltanto perché erano raccontate “alla De Crescenzo”.



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