Clandestini by Marco Di Domenico

Clandestini by Marco Di Domenico

autore:Marco Di Domenico [Domenico, Marco Di]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2022-05-24T22:00:00+00:00


La maina comune

I parrocchetti dal collare e i pappagalli monaci non sono gli unici pappagalli a volare liberi in Italia, anzi non sono nemmeno gli unici tra gli uccelli esotici a essere diventati a tutti gli effetti parte della fauna italiana. I pappagalli sono animali per i quali la comunicazione, sia acustica che visiva, è così importante da definirli: sociali e socievoli, chiassosi e variopinti, ma anche intelligenti, adattabili e curiosi. Sono certamente i più appariscenti, i più numerosi e per loro natura i più visibili. Difficile insomma trovarsi in un luogo frequentato da pappagalli e non accorgersene. Molto più facile invece non ricevere alcun segnale visivo né sonoro riconoscibile della presenza di altre specie originarie di ogni angolo del mondo che pure oggi volano nelle città, nelle campagne, nei boschi del nostro paese, sulle acque interne o lungo le coste. Sono meno comunicativi dei pappagalli, spesso più piccoli e meno colorati oppure grandi ma elusivi e mimetici, quasi sempre poco numerosi, insomma in assoluto meno evidenti. Eppure sono decine di specie. Dal 1978 a oggi il numero degli uccelli esotici in Italia è salito progressivamente fino ad arrivare ad almeno 110 specie; naturalmente il numero comprende anche osservazioni di singoli individui fuggiti dalle gabbie, che con ogni probabilità non riusciranno mai a dare origine a popolazioni stabili come è accaduto per il parrocchetto dal collare o per il pappagallo monaco, ma è comunque un dato impressionante, se si pensa che equivale a circa un quinto del totale delle specie italiane. In quel numero c’è un po’ di tutto: pappagalli, anatre, oche, ibis, avvoltoi, tortore, galliformi e una selva di piccoli passeriformi. Anche le provenienze sono le più varie: Africa, Madagascar, India e Indocina, isole della Sonda, Nuova Guinea, Oceania e Americhe, praticamente tutta la fascia intertropicale del pianeta e diverse aree temperate. Va detto che non in tutti i casi la presenza di specie esotiche è frutto di immissioni più o meno volontarie da parte dell’uomo. Alle introduzioni e alle fughe dalla cattività si sono aggiunti infatti arrivi spontanei dall’Africa settentrionale, dall’Asia Minore o dall’America settentrionale, che rientrano in normali casi di erratismo, tentativi di colonizzazioni, migrazioni irregolari legate a eventi climatici, tutti comportamenti comuni e noti per moltissime specie di uccelli.

Anni fa, durante una passeggiata primaverile, vidi un gruppetto di variopinti uccelli simili a codirossi, maschi e femmine, sostare e nutrirsi su un campo arato; non avevo mai visto uccelli di quella specie, né ce n’era traccia sulle guide degli Uccelli d’Europa. Come scoprii in seguito erano pettirossi dell’Iran (Irania gutturalis), Turdidi comuni e diffusi nell’Asia centrale, ma non in Europa, dove sono accidentali. Casi di questo tipo sono però la minoranza e raramente, come è accaduto alla tortora dal collare orientale (Streptopelia decaocto), danno origine a popolazioni stabili. In quelle 110 specie ci sono invece soprattutto uccelli esotici da gabbia, da cortile o introdotti a scopo venatorio e naturalizzati. Di tutto il territorio nazionale la regione Lazio è di gran lunga la preferita dagli uccelli esotici, soprattutto



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