Coca Travel by Silvio Ciappi

Coca Travel by Silvio Ciappi

autore:Silvio Ciappi [Ciappi, Silvio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788897264811
editore: Oltre ed.
pubblicato: 2018-02-27T23:00:00+00:00


One love, one life:

donne di Colombia

Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c’è da rimanerci secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.

Alessandro Baricco

Sono tre anni che non ci vediamo. Per ragioni di sicurezza ha cambiato alcuni connotati fisici del corpo. È irriconoscibile. Ci incontriamo in un bar del centro di Bogotà. Per quanto riguarda il lavoro, le hanno offerto di tutto, anche un seggio da senatore. Ma il suo sogno è ritornare là, nel Bunker. Si chiama Ana, ed è stata la numero uno dell’antimafia in Colombia. Una delle fiscal, così si chiamano qui i pubblici ministeri, più ricercati e minacciati del Sud America. Sono però due anni che ha dato le dimissioni da investigatrice. “Ti immagini? Hanno sventato due attentati, minacce varie, mi sono arrivate lettere di morte, una foto con i figli, con scritto: ‘Siga asi de heroina y verà’, continui così, eroina e vedrà!”

Ana è divenuta l’obbiettivo dei narcos e delle organizzazioni criminali colombiane e messicane a seguito della cattura di Daniel Barrera (detto anche el loco, lo stupido) e dei sui testafierro (cioè dei suoi uomini di paglia, addetti a ripulire la gran massa di denaro sporco). Al loco vengono sequestrate 187 proprietà valutate in 400 milioni di pesos, 7 case, 15 appartamenti, 54 veicoli, tre società, un aereo, 55 trattori. Le narcomafie, in particolare i messicani, hanno offerto mille milioni di pesos (oltre mezzo milione di dollari) per ucciderla. Pare che l’abbiano seguita, che abbiano pedinato suo marito (un colonnello della polizia, un esperto dell’intelligence). Un altro colpo basso per Ana è stato l’arresto di sua sorella minore Alma Isabel, della quale non vuole parlare, una tipa che aveva tenuto una relazione con un capo dei ‘Los Paisas’ di Cordoba, soprannominato El Calvo. “Ci hanno provato in tutti i modi. Me ne sono dovuta andare. Però adesso voglio lavorare, credo in Dio, e non ho paura della morte. Mi piace il rischio. Sai che con la vita che facevo prima, dopo questo posto sicuro che mi hanno trovato, ho avuto un calo di energie notevole. Mi sento depressa a lavorare tra le carte.” Ana è di Monteria, una città coloniale, vicino al mare e alle città di Cartagena e a Baranquilla. Di Monteria sono anche Salvatore Mancuso e l’ex presidente Alvaro Uribe, che ha qui la sua grande finca (la sua tenuta di campagna). In questa regione vivevano gli indios Sinù. Anche Ana non ha solo i tratti paisa (ovverosia dei colonizzatori europei e spagnoli), nella forma della faccia e negli occhi si intravedono tratti indigeni.

Parliamo della prima volta che ci siamo conosciuti. Si tratta di qualche anno fa. Ero arrivato da pochi giorni a Bogotà come coordinatore di un progetto internazionale che aveva a che fare con il terrorismo e la criminalità organizzata. Ana mi viene presentata come una delle donne più ‘toste’ del Sud America, sta facendo delle indagini importanti ed è il punto



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