Come fuoco nelle vene: Seguito di Come neve al sole (Italian Edition) by Clotilde Ruggeri

Come fuoco nelle vene: Seguito di Come neve al sole (Italian Edition) by Clotilde Ruggeri

autore:Clotilde Ruggeri [Ruggeri, Clotilde]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2017-04-23T22:00:00+00:00


Riprendere a guidare è più difficile di quanto credessi. Non tanto per il dolore, quanto per la paura che mi fanno le altre macchine. Ogni volta che incrocio qualcuno nelle orecchie sento il rumore del clacson, lo stridere dei freni sull’asfalto bagnato…

Basta, Cat. Smettila.

Eh, facile a dirsi. Accendo la radio: magari la musica mi aiuta a non pensare all’incidente. Passo un po' di stazioni a caso, finché non sento una canzone famigliare. Red hot chili peppers… Com’era il titolo? By the way, credo. Sì, dovrebbe essere quello. Insomma, comincio a canticchiare e mi rilasso. Riesco a riprendere il controllo della situazione e a pensare all’incontro con Paolo: sono partita un po' prima in modo da avere più tempo per riflettere. Cosa dovrei fare? Come lo dovrei salutare? Forse le cose arriveranno da sé, forse saprò esattamente cosa fare e come farlo non appena lo guarderò negli occhi. O forse no…

Al diavolo! Non è uno sconosciuto e non dovrei sentirmi in imbarazzo con lui. Insomma, ci siamo visti in situazione più problematiche di questa, no? Mi ha conosciuta nel bene, ma soprattutto nel male. Con la mente vago nei ricordi e apro porte che credevo chiuse. Quante cose si fanno in una vita insieme…

Vedo l’insegna del bar e cerco un parcheggio. Lo trovo piuttosto agevolmente, spengo il motore e rimango seduta qualche istante. Mi do un’occhiata al piccolo specchietto sopra il parasole.

Dai, Cat. Ce la puoi fare. Andrà tutto bene.

Apro lo sportello della macchina e scendo. Sto trafficando con la serratura, quando mi ricordo che non ho più di questi problemi: mia sorella mi ha comprato quest’auto per rimpiazzare la mia vecchia Fiesta. È carina, un po' troppo appariscente per me, ma carina. Faccio dei respiri profondi mentre m’incammino verso il bar. Lo riconosco subito, non il bar ma Paolo. È girato di spalle, ma anche così lo riconoscerei in mezzo a mille. Ho sempre pensato che fosse un bel fusto e, nonostante siano passati diversi anni, lo credo ancora. Solo che ormai lo conosco troppo bene per farmi abbindolare dall’estetica.

Un cavernicolo, ecco cos’è. Mi sembra di sentire mia sorella mentre coscienza mi dice di fregarmene di lui e di quello che avrà da dire. Ieri sera, prima di andare a letto, le ho detto che mi sarei incontrata con Paolo. Non l’ha presa proprio bene.

“Farà di tutto per riprenderti, Cat. Stai attenta. Un cavernicolo può anche aver imparato come si sta dritto su due gambe, ma rimane sempre un cavernicolo del cazzo.”

Fosse stato per lei quest’incontro non si sarebbe dovuto sostenere e credo che anche Max mi avrebbe detto le stesse cose, se avesse voluto. Ma non l’ha fatto, anche se ho letto nei suoi occhi tutta la preoccupazione del mondo. Sto facendo una cazzata? Dovrei tornare alla macchina e dare buca?

Troppo tardi. Paolo mi ha appena vista.

Ok, Cat. Respira e sorridi. Mi sembra una buona idea, almeno per rompere il ghiaccio.

Non troppo! Non devi sembrare felice di vederlo. Già, prima che si metta in testa chissà cosa.



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