Company Parade by Margaret Storm Jameson

autore:Margaret Storm Jameson [Jameson, Margaret Storm]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: *
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2019-09-04T22:00:00+00:00

4 Tutte le citazioni bibliche sono tratte dalla seguente edizione: La Sacra Bibbia, trad. it. di G. Diodati, Milano, Mondadori, 1999.

Capitolo 15

Quel che sostiene il soldato

non costituisce una prova

Alla fine di giugno non c’era un filo d’ombra nell’ufficio in cui lavoravano Hervey e David Renn. Spalancare le finestre non serviva a niente, tranne a far entrare l’ennesima ventata di polvere e fetore dal vicolo che sfociava in Covent Garden. Il sole posava le sue mani torride e asciutte su ogni oggetto nella stanza. Renn era pallido, Hervey paonazza. Ciocche di capelli le si incollavano alla fronte come alghe.

La campagna pubblicitaria per il Saloxide di Harriman era stata posticipata e adesso era ripresa al ritmo di una marcia forzata. Avevano lavorato fino a tardi per tre giorni filati. Al mattino del quarto erano entrambi spazientiti, Renn aveva dolore in tutto il corpo e, sotto la superficie, la sua mente era rivolta a Philip. Il signor Harriman stava creando problemi. Nessuno dei bozzetti preparati dallo studio era di suo gradimento. Dapprima pareva scontento per le uniformi indossate dai soldati inglesi; ma dopo essersi rassegnato a ciò che non poteva essere modificato, aveva criticato la posa. Per sei volte l’artista aveva ridisegnato il ritratto di un giovane ufficiale senza conseguire la desiderata parvenza di sicurezza combattiva e gioiosa. Questo nonostante il signor Harriman si disturbasse a far visita allo studio. Con pazienza aveva spiegato all’artista che l’aria di sicurezza era essenziale: «È sicuro, sì; sa che se sarà ferito, il Saloxide lo salverà». L’artista aveva una moglie e un figlio a cui pensare.

Alla fine – «L’immaginazione non basta», sentenziò Harriman – li supplicò di usare un modello in carne e ossa. Renn colse la palla al balzo e l’ex soldato suo amico, Henry Smith, posò per alcune ore con indosso un’uniforme datagli in prestito dall’artista. Quel mattino era nello studio. Incuriositi, Renn e Hervey salirono al piano di sopra per vedere se i nuovi bozzetti erano pronti. Videro il signor Harriman scendere dalla scala principale e Henry Smith piegato in due da una risata silenziosa. Aveva appena persuaso il signor Harriman che non faceva per lui starsene con un piede sulla culatta di una mitragliatrice e sollevare un fucile con la mano. Era circonfuso dalla luce; la testa rovesciata all’indietro, rideva di gusto. Visto in quel modo, era di una bellezza impareggiabile: il sole lo baciava e la risata lo rendeva raggiante.

Il signor Harriman era tornato furtivamente e lo stava contemplando con un sorriso compiaciuto. Quella era l’impressione che cercava. Saettò indietro attraverso la stanza, immobilizzò il giovane e solo allora si accorse della presenza di Renn e Hervey, addossati allo stipite della porta.

Li raggiunse con fare cordiale. «Cercavo appunto voi due. Voglio che restituiate la stessa incantevole sicurezza nel messaggio pubblicitario. Magari potrei leggervi alcune suggestioni che mi sono appuntato. Non voglio che le citiate direttamente... ma ascoltate con attenzione, sono un’iniezione di spirito».

Sollevò il taccuino davanti agli occhi e alzando la voce affinché tutti udissero, recitò:

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