Congo by David van Reybrouck

Congo by David van Reybrouck

autore:David van Reybrouck
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
Tags: Historical, Africa, Fiction, Political Science, Colonialism & Post-Colonialism, General, History
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2014-09-15T22:00:00+00:00


Il Katanga era un anacronismo. Dopo la morte di Lumumba, le Nazioni Unite decisero di adottare misure più energiche nei confronti di Tshombe e della sua secessione neocoloniale. Nel primo semestre del 1961 fu intrapresa la via diplomatica. Furono tenute delle conferenze a Tananarive (Madagascar), Coquilhatville e Léopoldville. Le Nazioni Unite miravano a un Congo federale o confederale, un paese unificato con poteri provinciali estesi. Anche il Belgio era a favore di tale opzione, ma i consiglieri belgi dei ministri katanghesi boicottarono sistematicamente la ricerca di un compromesso, un atteggiamento negativo che suscitò molto risentimento. Nell’agosto del 1961 la situazione degenerò. Le Nazioni Unite mediarono nel quadro di un’ultima conferenza che si tenne all’Università di Lovanium, nella capitale. Il Congo avrebbe avuto un nuovo primo ministro; non Ileo, appoggiato da Kasavubu, non Mobutu, che si era appoggiato da sé, non Bomboko, che aveva guidato il governo degli universitari, ma Cyrille Adoula, un sindacalista moderato e competente gradito a tutti i partiti. Il paese, inoltre, sarebbe stato riformato: meno centralizzazione dalla capitale, più potere alle regioni. Il consenso sembrava prossimo, ma all’ultimo minuto Tshombe si ritirò.

Allora forza sia, decisero le Nazioni Unite. Nell’agosto, settembre e dicembre del 1961, i caschi blu lanciarono pesanti offensive per riconquistare il Katanga, liquidare l’esercito locale e scacciare i mercenari stranieri. Senza successo. I mercenari si ritirarono in Rhodesia da dove ripresero i combattimenti. L’intervento delle Nazioni Unite ebbe drammatici effetti sulla popolazione. Delle ambulanze furono colpite, degli ospedali bombardati e dei civili innocenti uccisi. Più di trenta europei furono ammazzati. Inoltre l’intervento delle Nazioni Unite determinò una triste prima volta: il primo campo profughi di grandi dimensioni nella storia del Congo. Più di trentamila baluba si diedero alla fuga, per paura delle rappresaglie di Tshombe. Non erano favorevoli alla secessione e non si sentivano più al sicuro. Vivevano nella periferia di Elisabethville, in piccole capanne fatte di cartone, foglie e stoffe.

Neanche Anne Mutosh conservava buoni ricordi dell’intervento delle Nazioni Unite. “I caschi blu marocchini allora, vicino alle barricate stradali, violentarono moltissime donne, persino donne incinte. Io allora ero presidentessa dell’Union des Femmes Katangaises e, in tale veste, mandai pure delle lettere a Dag Hammarskjöld e al presidente Kennedy. Hammarskjöld lo incontrai anche di persona.”

Il segretario generale delle Nazioni Unite voleva assolutamente porre fine allo stato neocoloniale del Katanga e iniziò un’intensa opera di mediazione tra Léopoldville ed Elisabethville. Il 18 settembre 1961 prese l’aereo alla volta dell’aeroporto di Ndola, nella Rhodesia del Nord, per un colloquio con Tshombe, ma poco prima dell’atterraggio il suo velivolo, per cause mai chiarite, precipitò. Nessuno sopravvisse allo schianto. “Prega perché la tua solitudine ti sia di sprone a cercare qualcosa per cui valga la pena vivere e grande abbastanza per cui valga la pena morire,” aveva scritto un giorno.62

Sembrava un conflitto senza fine. Il Congo somigliava a un vaso rotto impossibile da reincollare. Tuttavia, intorno a quel periodo (dicembre 1961 – gennaio 1962), l’esercito governativo di Mobutu riuscì a porre fine alla separazione del Kasai e a rovesciare il governo di Gizenga a est.



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