Correre con il branco by Mark Rowlands

Correre con il branco by Mark Rowlands

autore:Mark Rowlands [Rowlands, Mark]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


V

Il serpente dell’Eden

2009

Le querce berberidifolie, ritorte e nodose, ci fissano da entrambi i lati dello stretto sentiero: un percorso rivestito di foglie marce e frasche di palma reale cadute. Ai tropici non c’è inverno: le foglie cadono in primavera, ma ricrescono in fretta. Mi trovo a Miami, prime ore di una mattina d’inizio maggio, e il caldo si fa già sentire. Fruga negli anfratti della foresta, dove si nascondono gli ultimi rimasugli di fresco vaporoso della notte, cerca sotto le pietre, scava nelle tane dei serpenti a sonagli. Le sue dita umide e insistenti mi entrano in bocca, nelle narici e nei polmoni e infine mi si insinuano rapide e sottili nel sangue.

Il sentiero sotto i miei piedi è di corallo antichissimo, marcio e sbeccato, percorso dalle radici degli alberi, le arterie indurite della giungla che lo avvolgono e lo penetrano. Ogni radice contorta assomiglia a un serpente; ogni nuovo passo è un atto di fede. La foresta tropicale è vita accelerata. Qui si vive veloci e si muore giovani. È una foresta traboccante di vita, soffocata dalla vita, e il fetore umido e rovente della decomposizione che permea ogni cosa è la risposta beffarda del tempo, che ride della impaziente futilità della vita. La foresta conosce la vita come la conosceva Rimbaud: vermi che strisciano su un pezzo di carne sanguinolento, sotto un mare di serici fiori.

A Tuscaloosa il polso della corsa era un battito robusto sull’asfalto ammorbidito dal calore estivo, tum-tum-tum. In Irlanda, sulla penisola di Rathmore, vicino a Kinsale, il polso era un battito intervallato dal sibilo del vento – tum-shh-shh-tum-shh-shh – perché i miei passi venivano rapidamente inghiottiti dall’aria in movimento. Nelle zone suburbane di Miami è scandito dallo sfrecciare delle auto e dal sibilo e dallo schiocco degli irrigatori dei giardini. Qui nella giungla di Miami, però, c’è un battito inconfondibile: tum-frush-tic-tac tum-frush-tic-tac. Tutte le volte che il piede poggia per terra, un anolide – una lucertola indigena minuscola ma onnipresente – si dilegua nella vegetazione più fitta, ticchettando con le minuscole zampine sulle foglie. Impari in fretta a riconoscere la frequenza dei passetti dell’anolide. Quando la frequenza diminuisce e si coglie un fruscio più lungo e non ticchettante, ci si blocca.

Si rimane immobili, perché è un serpente.

Hugo è un pastore tedesco che, all’epoca di questa corsa particolare, ha poco più di diciotto mesi. Alla pagina seguente lo si vede nel giardino della casa di Miami. La fotografia è stata scattata all’inizio di quello stesso anno, al ritorno da una corsa mattutina. Mi stava chiedendo di lanciargli il frisbee, un laconico commento canino alla fiacca corsa di soli sei chilometri e mezzo che ero riuscito a concedergli. Non sai fare di meglio, uomo? La foto, ovviamente, è stata scattata in inverno. Hugo era abbastanza maturo da correre regolarmente, ma non aveva ancora avuto il piacere di farlo durante l’estate di Miami. Ne riparliamo più avanti, figliolo.

Hugo è alto per essere un pastore tedesco e magro: settantasei centimetri al garrese per circa trentasei chili. Quando sarà completamente cresciuto, arriverà sì e no a quaranta chili, secondo me.



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