Cosa nostra S.p.A by Sebastiano Ardita

Cosa nostra S.p.A by Sebastiano Ardita

autore:Sebastiano Ardita [Sebastiano Ardita]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Dalla punta della Trinacria lezioni di mafia invisibile

Messina è appoggiata sulla punta estrema della Trinacria, eppure non vacilla affatto. Baciata in faccia dal sole e dal mare se ne sta magicamente distesa su una striscia di costa e guarda malinconicamente lo stretto. Non è la cugina più piccola di Catania, anzi diciamo proprio che le due città non sono neppure parenti. Si somigliano un po’ per via del sole e del mare. Tutto qui. Hanno invece una struttura sociale economica e psicologica profondamente diversa. Messina è pessimista e a volte rassegnata, ma spesso trova le forze per dare segnali forti. Catania si illude e ci crede ancora, ma non sempre riesce a far ricordare i tempi migliori. A Catania individualmente tutto può accadere: c’è una borghesia dominante e dalle alterne fortune, rispetto alla quale gli affari e la ricchezza svolgono il ruolo di ascensore sociale; c’è molto degrado, ma più possibilità di riuscita. Improvvisamente vengono fuori degli emergenti, prima sconosciuti, che si fanno strada e acquisiscono visibilità e potere. E i catanesi sono pronti a dire: «E chistu cu è? Di unni spuntau?» A Messina prevalgono il ceto professionale e quello dei dipendenti pubblici. Le famiglie che contano si conoscono tutte tra di loro e non ci possono essere sorprese: il posto pubblico è l’obiettivo primario. Il degrado, la povertà e le differenze di ceto sono molto più marcate e percepibili. Per intenderci: la figlia di un esponente della Messina bene non uscirebbe mai con uno di Giostra. Mentre a Catania tutto è possibile. Però quasi incredibilmente i messinesi son capaci di eleggere un Sindaco scalzo e buddhista come Renato Accorinti, o un anticonformista come Cateno De Luca. Catania è culturalmente vivace, se guardiamo alla diffusione di alcuni fenomeni come concerti, teatri, artisti pop, case discografiche. Ma a Messina vi sono state espressioni culturali di élite e pure presenze istituzionali importanti, anche se di sforzi particolari per riscattare la città non se ne registrano da tempo. Anche lì non mancano le contraddizioni. L’Università – attorno a cui girano molti interessi – è stata anche oggetto di scandali, ma in alcune discipline ha espresso delle eccellenze. Basti dire che i giovani che superano il concorso in magistratura che provengono dall’ateneo peloritano sono stati negli anni grosso modo quanti quelli di Catania, che pure ha un bacino più ampio. Messina tira dritta per la sua strada e poco si cura della vicina Catania dove prevale la spensieratezza della vita mondana. Insomma luci e ombre, differenze e contraddizioni vengono fuori a intermittenza come da uno stroboscopio. D’altra parte i catanesi questa bella città affacciata sullo stretto non la conoscono proprio e spesso la snobbano, perché la ritengono la provincia babba. Ma questa in realtà è una bella favoletta che si raccontava anni fa e che ancora qualcuno torna a ripetere senza sapere di cosa sta parlando. Neppure dal punto di vista criminale si pensava che le due città, così diverse, potessero avere qualcosa in comune. Eppure non è così.

Già qualche anno fa nella provincia peloritana qualcosa di importante si era mosso.



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