Cristina by Matilde Serao

Cristina by Matilde Serao

autore:Matilde Serao [Serao, Matilde]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-02-28T23:00:00+00:00


***

Era una donna fulminata. Nell'unica, immensa battaglia che aveva sopportato il suo cuore femminile, aveva perduto. Nell'amore, aveva fatto naufragio. Nulla si vedeva dal volto, poichè instintivamente il volto femminile dissimula: talvolta, senza che la volontà gli imponga la dissimulazione. Solo un sottile osservatore poteva notare che la vivezza dello sguardo aveva del fittizio, che l'ombra sotto gli occhi era di un bistro carico come segno di molte notti vegliate, che le labbra avevano un sorriso più fremente che dolce. Ma lei ergeva la testa così altieramente, ma una severità così orgogliosa era diffusa nella sua fisonomia, che niuno osava chiederle se si sentisse male. Poi, la rispettavano come un essere colpito da una grande disgrazia. Era una donna fulminata, vivente in una immobilità dolorosa, che piangeva dentro, che sanguinava dentro, senza un respiro di dolore.

Invero aveva tutto perduto. Era stata una giovanetta male educata e imperiosa, cresciuta troppo presto come corpo e la cui anima si era ingrandita in precocità singolari. Lei aveva conosciuti i teatri dall'atmosfera rossiccia, profumata e velenosa, dove i fiori appassiscono e le fanciulle pensano; i balli ardenti dove aleggia tanta seduzione di amore, di luce e di musica; le stagioni balneari dove il mare, il cielo e il sole fiammeggiante sono l'infinito incanto che conduce all'amore; le conversazioni maschili, frivole, nulle, stucchevoli; le conversazioni femminili profonde, che turbano, che tentano. Così ella era stata una fanciulla senza dolcezza e senza soavità. Così ella era stata una fanciulla senz'amore. La vanità le bastava, le bastava la civetteria, le bastava il flirt. Era stata una fanciulla caparbia, maligna, ragionatrice, piena di teorie paradossatiche, guasta nell'anima, falsa in ogni manifestazione del sentimento, che adorava tutte le pose dell'ironia e dello scetticismo, che si lasciava far la corte per curiosità e poichè l'amore dell'uno rassomigliava all'amore dell'altro, si sbrigava bruscamente del suo corteggiatore, insensibile alla maldicenza, insolente per la sua bellezza, per la sua ricchezza, per la sua indipendenza. Le avevano dato un fidanzato, un progetto di pura convenienza: lei lo aveva accettato, stringendosi nelle spalle.



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