Dalla fisica alla filosofia naturale by Federico Laudisa

autore:Federico Laudisa [Laudisa, Federico]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788833940618
editore: © 2023 Bollati Boringhieri editore
pubblicato: 2024-02-20T23:00:00+00:00

Posso per un momento ricordare i giorni della cosiddetta fisica «classica» e della filosofia «critica», quando nella descrizione del corso degli eventi il ruolo degli strumenti di osservazione era ignorato e la coordinazione temporale e la causalità erano considerate categorie a priori. È vero che regnava una certa confusione prima che gli aspetti epistemologici del problema fossero chiariti così precisamente, ma dopo la profonda lezione che abbiamo ricevuto, l’intera situazione – compresa quella della meccanica classica – appare in una luce diversa.62

Passi come questo dimostrano tuttavia soltanto come Bohr rifiutasse l’idea dell’a priori kantiano, rifiuto che non implica di per sé l’idea che la complementarità costituisca una condizione dell’esperienza fisica, in linea con l’idea kantiana della sintesi. Questa possibilità presuppone a sua volta l’idea che Bohr ammettesse una lettura vagamente kantiana e «trascendentale» nella quale l’a priori viene di fatto separato dall’idea della sintesi. E se, per ipotesi, accettassimo questa lettura un po’ schizofrenica di Kant, da dove l’avrebbe tirata fuori?

Lo storico della fisica David Kaiser aveva tuttavia già ritrovato (a mio avviso in modo piuttosto convincente) solidi indizi kantiani nell’influenza di Harald Høffding, il filosofo e storico del pensiero, caro amico del padre di Niels, che abbiamo già ricordato più volte.63 È a lui che sarebbe dovuta l’esposizione di Bohr alla filosofia di Kant, con la mediazione della Storia della filosofia moderna (pubblicata tra il 1894 e il 1895), nella quale Høffding scinde l’eredità kantiana in una parte costruttiva – l’idea cioè di principi soggettivi capaci di regolare i fenomeni – e una parte «dogmatica», nella quale Kant avrebbe postulato senza ragioni davvero convincenti che tali principi sono assoluti e invariabili. Leggiamo per esempio nel settimo capitolo della Storia della filosofia moderna di Høffding:

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