Dati personali by Elfriede Jelinek

Dati personali by Elfriede Jelinek

autore:Elfriede Jelinek [Jelinek, Elfriede]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2023-11-14T23:00:00+00:00


Forse c’è qui un santo con cui io possa parlare? Si è già rivelato efficace. La maschera deve cucirsela da solo:

Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli – be’ speriamo, adesso so finalmente dove accadrà. E che succede se io non ci andrò, in cielo? Perché infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi, come il piccolo russo, a chi mi riferisco?, probabilmente ci saranno tanti piccoli russi, con le cipolline sottaceto dentro un vasetto, ma quella poca vita che devo dare, che sarà mai – be’, io ci sono attaccata. Non c’è nessun filo attaccato a me come a un tampone, per estrarmi da me stessa, per favore, fatelo lo stesso. Almeno attaccatevi a me! Qui si spalanca un vuoto che non è possibile riempire. Mi è stato proibito di dire ciò che volevo. La mia vita, sì, stranamente non la vuole nessuno, sebbene rappresenti la maggior parte di ciò che posseggo. Non le danno alcun valore. Nessuno. Vi garantisco quel che volete. Io garantisco con i miei pagamenti anticipati, che avvengono molto puntualmente, addirittura quasi sempre troppo in anticipo – ed ecco che è caduto di nuovo qualcosa nelle casse dello Stato, come la frutta zelante che non resiste più a star ferma sul ramo e deve sempre fare qualcosa. Tutto cade prima o poi, tutto diventa marmellata o compost. Io sostengo la mia terra, ho tenuto la mia terra, volete una ricevuta?, c’è la data sopra, grazie, ma no, non la voglio affatto, però non posso restituirla, perché ci sono attaccata, quindi me la tengo, la trattengo, qualche obiezione, pretesa, richiesta? Voi siete la luce del mondo. Cosa? chi? Non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, Vienna però è sul fiume, ma io non sto lì, io sto più verso le montagne che fanno già parte delle Alpi settentrionali, non così massicce, ma abbastanza. Con ciò volevo soltanto dire: Anch’io sostengo il mio paese!, sì, io sono una di quelli che pagano le tasse; non dico che mi sia stato regalato qualcosa, perché tanto a me non danno niente! Una parte di questo paese però mi appartiene, circa 400 metri quadri in una zona periferica scoscesa, dove tosare il prato è faticoso. Mi trovo proprio lì, come accade spesso, guardate pure; l’esploratore, l’agente segreto con la sua telecamera naturalmente non sta guardando da questa parte, e io me ne sto lassù, sulla mia montagna e guardo giù, nella valle. In questo momento, che non è mai il momento opportuno, nell’altra città stanno perquisendo il mio Nifel, no, la mia seconda casa. Rovesciano tutto, ma non trovano niente, e nemmeno tra molte altre cose. Non sono venuto per abolire – come ha intenzione di fare con noi questo signore –, ma per dare compimento, dico, cosa sappiamo in realtà della coscienza? Cerco di convincerla con le parole, ma non mi ascolta. La coscienza nasce con una traccia mnestica. Tuttavia il ricordo di quell’orrore, che non ho vissuto in prima persona, deve prima formarsi.



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