David Copperfield (BUR) by Charles Dickens

autore:Charles Dickens [Dickens, Charles]
La lingua: ita
Format: epub
editore: BUR
pubblicato: 2004-11-14T23:00:00+00:00

30

UNA PERDITA

Arrivai a Yarmouth in serata e andai alla locanda. Sapevo che la camera in più di Peggotty (la mia camera) sarebbe probabilmente stata occupata entro poco tempo, se già non era in casa la grande Visitatrice al cui cospetto tutti i viventi debbono far luogo; perciò mi recai alla locanda, e lì pranzai e fissai un letto.

Erano le dieci quando uscii. Molte botteghe erano chiuse e la città era malinconica. Quando arrivai da Omer e Joram, trovai le imposte chiuse, ma la porta della bottega aperta. Siccome si vedeva all’interno Mr Omer che fumava la pipa presso la porta del salottino, entrai e gli domandai come stava.

«Be’, Dio mi protegga!» disse Mr Omer. «E lei come sta? Si accomodi. Il fumo non la disturba, spero…»

«Tutt’altro» risposi. «Mi piace… nella pipa altrui.»

«Ah, nella sua no, eh?» ribatté Mr Omer ridendo. «Tanto meglio, signore. Brutta abitudine, per un giovanotto. Si accomodi. Io fumo per via dell’asma.»

Mr Omer mi aveva fatto posto e mi aveva dato una sedia. Si rimise a sedere senza fiato, aspirando la pipa come se contenesse una dose di quella sostanza senza la quale sarebbe stato condannato a perire.

«Mi rincresce di aver avuto cattive notizie di Mr Barkis» dissi.

Mr Omer mi guardò con volto fermo e scrollò il capo.

«Sa come sta stasera?» domandai.

«Proprio la domanda che avrei fatto a lei, signore,» rispose Mr Omer, «ma non avrei voluto essere indelicato. È uno degli inconvenienti della nostra professione. Quando un cliente è malato, noi non possiamo domandare come sta.»

Era un aspetto che non avevo considerato, anche se, entrando, avevo avuto qualche apprensione di udire l’antico ritmo. Ma, ora che egli ne parlava, me ne resi conto e lo ammisi.

«Sì, sì, lei capisce» disse Mr Omer con un cenno del capo. «Noi non osiamo. Santo Dio, sarebbe un colpo, e una quantità di clienti non riuscirebbero a riaversi, se si sentissero dire: “Ossequi da Omer & Joram che vorrebbero sapere come vi sentite stamattina”, o stasera, secondo i casi.»

Mr Omer e io ci scambiammo un cenno del capo, e Mr Omer ricuperò il respiro con l’aiuto della pipa.

«È una delle cose che impediscono a quelli della nostra professione di usare quelle attenzioni che spesso si vorrebbero usare» continuò Mr Omer. «Guardi me. Posso dire di conoscere Barkis e di averlo salutato, ogni volta che passava, da almeno quarant’anni. Ma io non posso andare a domandare come sta.»

Sentivo che doveva essere piuttosto duro per Mr Omer, e glielo dissi.

«Non ne sono più interessato di qualsiasi altro» dichiarò Mr Omer. «Mi guardi un po’! Il fiato mi può mancare da un momento all’altro, e non mi pare che uno in queste condizioni pensi ai propri interessi. Almeno, non è probabile in un uomo il quale sa che il suo fiato se ne andrà, quando se ne andrà, come da un soffietto spaccato; un uomo che, per giunta, è nonno.»

Convenni: «Certo».

«Non che io mi lamenti della mia professione» continuò Mr Omer. «Non è questo. C’è del buono e del cattivo, non c’è dubbio, in tutti i mestieri.

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