Destra, sinistra e viceversa by Antonello Caporale & Salvatore Merlo

Destra, sinistra e viceversa by Antonello Caporale & Salvatore Merlo

autore:Antonello Caporale & Salvatore Merlo [Caporale, Antonello & Merlo, Salvatore]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2024-02-22T15:18:53+00:00


L’Italia come al tempo dell’Unione Sovietica

La notevole determinazione dimostrata da Giorgia Meloni nel suo primo anno di governo si è palesata soprattutto nel campo della politica estera. È lì, infatti, che la premier ha dato prova della capacità di adattare il suo passo e le sue scelte alla contingenza e a un modo di concepire i rapporti internazionali assai diversi da quanto non avrebbero lasciato pensare le dichiarazioni e le intenzioni manifestate negli anni precedenti alla campagna elettorale del 2022, nella quale già si segnalavano alcune novità assai significative, dovute alla notevole capacità della leader della destra italiana di interpretare le fasi politiche e di cogliere le opportunità che esse offrono.

Nel complesso non c’è nessuno oggi in Italia – nessuno che non sia annebbiato da partigianeria o da eccessi di antipatia politica, intendo – che non riconosca come il governo della destra sia stato efficace in Europa. L’aspetto per certi versi sorprendente, e che lascia intravedere una possibile linea evolutiva della destra italiana, è stato la sua chiara volontà, in ogni occasione cruciale, di non trasformare mai lo scetticismo verso l’Unione europea in un atteggiamento antieuropeista.

Il governo di centrodestra ha, al contrario, prestato grande attenzione al pericoloso debito pubblico del nostro Paese, ha limitato le polemiche sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con l’Unione europea, ha gestito con una certa abilità la rottura al Consiglio europeo con Ungheria e Polonia sulla questione dei migranti. Tutti passaggi difficili e centrali, destinati a riplasmare l’Europa e forse anche la destra in Italia. Inoltre, il governo ha ottenuto notevoli risultati anche nel contesto internazionale, al di fuori dei confini europei. E infatti, nel suo primo anno di vita, il governo conservatore non ha commesso errori quando si è trattato di promuovere l’unico antifascismo che conta, il solo che non sia retorico o strumentale: quello che si concretizza nel sostegno alla resistenza ucraina e nel contrasto indefettibile al terrorismo totalitario di Vladimir Putin. Quella forma di antifascismo necessario che si rafforza nell’appoggio a Israele contro il terrorismo modello Hamas.

Il fulcro della posizione internazionale dell’attuale governo è stato poi la relazione speciale con gli Stati Uniti democratici guidati da Joe Biden. E nonostante il prepotente ritorno sulla scena di Donald Trump, la destra italiana, almeno nel suo primo anno a Palazzo Chigi, non ha cercato di apparire più vicina all’agenda dell’ex presidente rispetto a quella di Biden. Non era per niente scontato. Il governo Meloni avrebbe potuto essere, considerando le circostanze e le sue alleanze con la destra di Viktor Orbán in Ungheria, la riproposizione della stagione pasticciata e grottesca vissuta con il governo di coalizione gialloverde, quello che, sotto la guida di Giuseppe Conte, vedeva alleati Lega e Movimento 5 Stelle. D’altra parte, uno dei vicepremier di Meloni, Matteo Salvini, è lo stesso di allora. Ma la realtà dei fatti è stata ben diversa. La presidente del Consiglio è infatti riuscita a diventare il contrario di ciò che Salvini, con il sostegno del Movimento 5 Stelle, era stato durante quella stagione – a mio avviso piuttosto inquietante – della politica italiana.



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