DIANA by ANDREW MORTON

DIANA by ANDREW MORTON

autore:ANDREW MORTON [MORTON, ANDREW]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bur Rizzoli
pubblicato: 2017-10-08T16:00:00+00:00


6

«La mia vita ha cambiato direzione»

La principessa di Galles era giù di morale. La sua vacanza sugli sci era stata rovinata da una forte influenza che l’aveva costretta a letto per giorni interi. Nel primo pomeriggio del 10 marzo 1988 la figura inzaccherata della duchessa di York apparve al suo capezzale nello chalet isolato preso in affitto a Wolfgang, vicino alla città di Klosters. Fergie, allora incinta della principessa Beatrice, stava sciando sulla pista nera di Christobel quando fece un inaspettato capitombolo e atterrò ignominiosamente sulla schiena in un ruscello di montagna.

Fu visitata da un dottore del posto e, pallida e tremante, fu ricondotta allo chalet. Mentre le ragazze chiacchieravano, udirono un elicottero volare sopra le loro teste. Entrambe ebbero il cattivo presentimento che qualche valanga nei dintorni avesse colpito i loro compagni sugli sci. Erano sulle spine quando poco dopo l’addetto stampa del principe Carlo, Philip Mackie, fece il suo ingresso nello chalet. Ignorava che ci fosse qualcuno al piano di sopra e le ragazze lo sentirono dire: «C’è stato un incidente». Quand’ebbe finito di telefonare lo chiamarono e gli domandarono che cosa fosse successo. Mackie, ex vicedirettore dell’«Edinburgh Evening News», cercò di eludere le domande. «Ve lo diremo presto» rispose. Per una volta Diana non si fece scoraggiare da un uomo di corte e insistette per sapere che cosa stava accadendo. Mackie disse loro che c’era stato un incidente sulle piste e che uno della comitiva era morto.

Per quella che sembrò un’eternità la principessa e sua cognata sedettero immobili in cima alle scale, respirando appena, mentre attendevano ansiosamente altre notizie. Alcuni minuti più tardi una telefonata specificò che la vittima era un uomo. Poco dopo il principe Carlo, che appariva scioccato e addolorato, telefonò e disse a Philip che lui stava bene ma che il maggiore Hugh Lindsay, un ex scudiero della regina, era rimasto ucciso. Tutti cominciarono a tremare dal dolore. Mentre la duchessa scoppiava in lacrime, Diana, con lo stomaco sottosopra per la forte emozione, pensò che fosse meglio affrontare le questioni di ordine pratico prima che il pieno impatto della tragedia avesse il sopravvento su di loro. Riempì la valigia di Hugh mentre Fergie si fece dare il suo passaporto per consegnarlo all’ispettore Tony Parker, la guardia del corpo di Carlo. La principessa sistemò con cura nella valigia l’anello con sigillo di Hugh, il suo orologio e la parrucca di riccioli neri che egli, la notte precedente, aveva usato per il suo spassoso travestimento da Al Jolson.

Quando la valigia fu terminata Diana la portò giù per le scale e la sistemò sotto il letto di Tony Parker in modo che restasse a portata di mano per quando se ne fossero andati. Lo chalet quella sera fu in tumulto per l’interminabile afflusso di visitatori. Venne un medico legale svizzero per fare domande sulle circostanze dell’incidente: una valanga si era abbattuta sul gruppo mentre questo sciava lungo il Wang, un pendio praticamente perpendicolare, tristemente noto per il tributo di vite umane che esige nel corso di ogni stagione sciistica.



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