Disegnare con gli alberi by Marco Bay

Disegnare con gli alberi by Marco Bay

autore:Marco Bay [Bay, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852086281
editore: Mondadori
pubblicato: 2018-04-18T16:00:00+00:00


XII

Forme d’acqua

Da bambino vivevo con le mani nella terra e nell’acqua. Con quella salata costruivo castelli sulla spiaggia: con la giusta quantità di sabbia e acqua lasciavo scivolare tra le dita forme allungate, un richiamo alla verticalità del Duomo della mia città. Con quella dolce, dei torrenti, l’architettura preferita era la diga, costruita con legni, sassi e zolle di prato. Oltre a rallentare il movimento dell’acqua, provavo a darle una forma diversa.

All’università, per il corso di Architettura degli interni, avevo immaginato una casa cui si arrivava attraversando un labirinto (il labirinto è un tema che non ho più avuto occasione di progettare, è un sogno nel cassetto). Una volta entrati, il rumore dell’acqua si diffondeva come una sorta di cascatella. Per assicurarne la suggestione, avevo registrato il rumore della fontana milanese di Aldo Rossi. All’esame, progetto alla mano, avevo acceso il registratore.

A cominciare dalle oasi nel deserto, l’acqua genera vita. Fondamentale per la sussistenza del giardino, l’acqua si è declinata in infinite realtà estetiche secondo il genio dei progettisti e delle epoche.

A Pompei l’acqua zampillava da statue, da vasche e fontane di diversa forma e scorreva in stretti canali a richiamo di ruscelletti. Le fontane di Villa Lante a Bagnaia sono una meraviglia: getti, cordoni, muri, zampilli, grottini sgocciolanti, tutto un fluire d’acqua. I landscaper inglesi del XVIII secolo hanno trasformato interi paesaggi spostando addirittura colline per disegnare un continuum di laghi, boschi e praterie. Alla fine del XIX secolo Henri Duchêne inventò un parterre d’acqua in volute e forme irripetibili. Contemporanea ed estemporanea è la «waterfall» che Olafur Eliasson ha installato con geniale provocazione nel Canal Grande di Versailles: una torre che genera una cascata fuori tempo e scala; vento e luce determinano le variabili dell’impressionante forza d’acqua.

Le declinazioni dell’acqua nel giardino sono inesauribili, all’architetto spetta il compito di svilupparle sfruttando le potenzialità del luogo. Si parla di acqua e delle sue forme: un torrente, uno stagno, una fonte o una vasca sono acque diverse.

Nel giardino la vasca per nuotare è uno dei gesti più incisivi per l’architettura del paesaggio. In un certo senso pericoloso, per chi non considerasse la piscina in equilibrio con l’eleganza del posto.

È la sospensione artificiale di un altro mare, di un altro lago o di un altro canale. Di nuovo, è l’osservazione della natura a determinare la regola architettonica.

Per Ippolito Pizzetti, deve essere «discreta, nascosta e non ostentata», perché per il mitico «pollice verde» la piscina potrebbe essere facilmente come «una vasca da bagno magnificata». Pietro Porcinai, capace di immergersi anche in acque di colore nero, come a villa Doney a San Michele di Pagana, ha anticipato di mezzo secolo la moda del fondo scuro impiegando un magnifico mosaico di lavagna. Tanto ingegnoso da permettersi di costruire la vasca per nuotare di fronte a villa Palmieri a Firenze, confondendone la vista con elegantissime altre vasche, rigogliose di papiri e fiori di loto, che la separano dalla dimora. Anche Geoffrey Jellicoe dipinse di nero una piscina come suggestione di un quadro astratto di Joan Miró, perché voleva rispecchiare tutte le sfumature del cielo nella campagna inglese.



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