Disponibilità incondizionata. Lo spirito dell'accettazione radicale by Tara Brach

Disponibilità incondizionata. Lo spirito dell'accettazione radicale by Tara Brach

autore:Tara Brach [Brach, Tara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ubiliber
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


In preda alla trance della paura

Siamo immersi nella trance della paura quando l’emozione della paura diventa il nucleo della nostra identità e restringe la nostra capacità di vivere fino in fondo. La trance della paura di solito inizia durante l’infanzia, quando facciamo esperienza della paura nel rapporto con i nostri cari. Magari da neonati il nostro pianto a notte fonda ha frustrato nostra madre esausta. Le volte in cui abbiamo visto il suo volto imbronciato e sentito il suo tono di voce stridulo, di colpo ci siamo sentiti poco sicuri con la persona sulla quale più contavamo per la nostra sicurezza. Le braccia e i pugni si sono contratti, la gola si è stretta, il battito è aumentato. Questa reazione fisica di paura in risposta all’insofferenza potrebbe essersi verificata spesso durante i nostri primi anni. Forse quando abbiamo provato qualcosa di nuovo: vestirci da soli mettendo tutti i capi al contrario. O quando abbiamo versato una tazza di succo d’uva, rovesciandola sul tappeto del soggiorno. Oppure quando abbiamo bagnato il letto la volta che siamo andati a trovare la nonna. Ogni volta che lo sguardo di disapprovazione e il tono frustrato di nostra madre erano rivolti a noi, abbiamo sentito la stessa reazione a catena di paura nel corpo.

Il corpo dei bambini piccoli di solito è rilassato e flessibile, ma se le esperienze di paura si verificano in maniera costante negli anni, avviene un irrigidimento cronico. Le spalle possono diventare bloccate e sollevate permanentemente, la testa protesa in avanti, la schiena ingobbita, il petto infossato. Invece di una reazione temporanea al pericolo, sviluppiamo un’armatura perenne. Diventiamo, come dice Chögyam Trungpa, “un fascio di muscoli tesi che difendono la nostra esistenza”. Spesso non riconosciamo nemmeno questa armatura perché ci sembra una parte familiare di quello che siamo. Negli altri, però, riusciamo a vederla. E quando stiamo meditando, la sentiamo in noi stessi: la tensione, le aree in cui non abbiamo sensibilità.

La trance della paura non solo crea una contrazione abituale nel corpo. Anche la mente diventa preda di schemi rigidi. La concentrazione assoluta che ci ha aiutato a rispondere a minacce reali si trasforma in ossessione. La mente, creando associazioni con le esperienze passate, produce infinite storie per ricordarci quali brutte cose potrebbero accadere e per programmare il modo di evitarle. Attraverso l’I-ing e il my-ing, l’io in queste storie si mette al centro della scena: qualcosa di terribile sta per succedermi; sono impotente; sono solo; devo fare qualcosa per salvarmi. La nostra mente cerca con urgenza di controllare la situazione scovando la causa del problema. Puntiamo il dito sugli altri o su noi stessi. Come ha constatato Barbara, la paura della rabbia del padre era aggravata dalla sensazione che fosse la sua cattiveria a renderlo così malvagio. Possiamo dire a noi stessi che inevitabilmente rovineremo tutto a noi e agli altri, oppure, intrappolati nell’impotenza del vittimismo, che gli altri rovineranno sempre tutto a noi. In ogni caso, le nostre storie ci dicono che siamo un fallimento e che dobbiamo stare in guardia.



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