Dizionario dell'Islam (Italian Edition) by Massimo Campanini

Dizionario dell'Islam (Italian Edition) by Massimo Campanini

autore:Massimo Campanini [Campanini, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: BUR
pubblicato: 2013-10-16T07:00:00+00:00


N

al-Nâsir Muhammad. Sultano mamelucco [v. MAMELUCCHI], figlio di Qalâwûn [v.] Fu il sultano mamelucco che governò più a lungo, infatti salì al trono tre volte: dal 1293 al 1294, dal 1299 al 1309 e dal 1310 al 1341. Sotto il suo regno i Mongoli [v.] vennero definitivamente respinti. Promosse numerose opere pubbliche: costruì un acquedotto che portava l’acqua del Nilo alla cittadella del Cairo, circa una trentina di moschee, fontane pubbliche e scuole. Durante il suo regno le arti minori, come le decorazioni di vetro smaltato, la miniatura di manoscritti, raggiunsero altissimi livelli. Il suo governo è stato tuttavia considerato responsabile del declino del potere mamelucco a causa di una politica che acuì le lotte di fazione all’interno della classe dirigente militare. (AB)

Nasridi. Ultima dinastia musulmana di Spagna che governò dal 1230 al 1492. Fondatore della dinastia fu Muhammad b. Yûsuf Ibn Nasr, noto come Ibn al-Ahmar. Dopo la caduta degli Almohadi [v.] alleandosi con i cristiani formò uno stato intorno a Granada. Muhammad I (1232-1273) e i suoi successori pagavano un tributo alla Corona di Castiglia. Centro del regno era Granada, dove Muhammad I fece costruire sui resti di una cittadella omayyade [v. OMAYYADI DI SPAGNA] il famoso castello Alhambra che, ampliato dai suoi successori, divenne uno dei monumenti architettonici più famosi della Spagna. Alla fine del periodo nasride all’interno delle mura di Granada vivevano circa mezzo milione di persone. Nel 1492 un esercito cristiano con a capo Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, che con il loro matrimonio avevano unificato la Spagna cristiana, conquistarono Granada e sconfissero i N. decretando così la fine della presenza musulmana in Spagna. (AB)

Nasser, Jamâl ‘Abd al-Nâsir, più conosciuto come N. (uomo politico e Presidente egiziano, 1918-1970). Nato ad Alessandria in una famiglia della piccola borghesia di origine rurale, N., giovanissimo, si impegnò nelle lotte e nelle proteste studentesche contro la ancora non troppo mascherata occupazione inglese dell’Egitto. Ma sarebbe forse rimasto nell’ombra se non avesse avuto la possibilità di iscriversi all’accademia militare, essendo la carriera delle armi il principale veicolo di promozione sociale per i figli delle classi meno abbienti. Dopo aver servito in Sudan, partecipò alla guerra del 1948 contro Israele, guerra disastrosamente persa dagli arabi. L’esperienza eccitò in lui la volontà di combattere contro il corrotto regime monarchico e liberale che allora dirigeva l’Egitto, contro i sionisti che usurpavano le terre arabe e, naturalmente, contro gli inglesi. Con pochi amici fidati, tra cui ‘mer, Zakariyâ’ Muhy al-Dîn e Sâdât (futuro Presidente dell’Egitto dal 1970 al 1981), costituì l’organizzazione segreta degli Ufficiali Liberi nella prospettiva di organizzare un colpo di Stato. L’occasione propizia capitò nel 1952 allorché gli Ufficiali Liberi, che avevano riconosciuto temporaneamente come loro capo il generale Muhammad Najîb (Neghib), poterono, nella cosiddetta “rivoluzione del 23 luglio”, abbattere la monarchia e instaurare la Repubblica. Nei due anni successivi il contrasto tra N. e Najîb si incentrò sulle prospettive da dare alla rivoluzione: N. era convinto che l’esercito dovesse assumersi il compito di avanguardia cosciente delle masse, mentre Najîb propendeva per il ritorno di un governo civile.



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