Dizionario di bioetica (Laterza) by Eugenio Lecaldano

Dizionario di bioetica (Laterza) by Eugenio Lecaldano

autore:Eugenio Lecaldano [Lecaldano, E.]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Manuali Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2015-03-14T16:00:00+00:00


L

Lasciar morire

(ingl. letting die; fr. laisser mourir; sp. dejar morir; ted. Sterben lassen) È una delle diverse espressioni a cui si ricorre nelle discussioni sul comportamento eticamente adeguato nei confronti della persona morente. Frequente è trovare l’invito a «lasciar morire con dignità» nei discorsi dei moralisti che, come quelli che seguono gli insegnamenti della Chiesa cattolica (→), ritengono che la fine della vita umana non sia un processo disponibile dalle persone stesse che la patiscono (Beretta 1977; Verspieren 1985). Un atteggiamento del genere riguarda solitamente coloro che, familiari o personale sanitario, accompagnano il morente alla fine della vita e viene chiamato in causa quando la persona non è in grado di esprimere le sue volontà o i suoi desideri. Infatti, nel caso in cui il morente potesse esprimere le sue convinzioni su quale sia per lui la morte dignitosa (→ dignità della vita) allora «lasciarlo morire con dignità» non potrebbe volere dire altro che accettare quelle che sono le sue richieste. Nel caso invece di persone o che non siano mai state in grado di esprimere le loro volontà – come i neonati affetti da gravissime malformazioni – o persone che pure essendo state competenti (→ competenza) non hanno espresso alcuna volontà – anche anticipandola in direttive (→ direttive anticipate) apposite – sulla fine della loro vita, si pone il problema di identificare qual è la condotta in grado di lasciarli morire con dignità. A partire da questo punto di vista la differenza è quella tra chi fa propria una concezione etica che ritiene che ci siano dei modi naturali di morire con dignità che possono essere individuati attraverso una ricostruzione oggettiva – secondo alcuni addirittura scientifica e medica – del processo del morire e chi fa propria, invece, una concezione che ritiene che il modo naturale e dignitoso di morire debba essere visto come niente altro che la proiezione di valori della persona morente o di coloro che le sono vicini. In questo modo, coloro che ritengono che sia possibile affidare alla natura il compito di lasciar morire con dignità sia i neonati malformati come le persone non più competenti, finiscono con l’affidare il più delle volte ai medici la decisione di quello che è naturale fare nel trattamento del morente. Nel caso in cui il personale sanitario abbia fortemente assorbito il rifiuto dell’accanimento terapeutico (→) ciò equivarrà a non iniziare terapie cosiddette straordinarie (→ ordinari/straordinari, mezzi): molti problemi resteranno però aperti e saranno fonte di disaccordi, tenuto conto delle difficoltà che si incontrano in medicina nel presentare definizioni oggettive e condivise su quali interventi sono da considerare terapie (→ intensive, terapie) e quali no, oltre che nel distinguere con sicurezza quali mezzi di cura sono ordinari e quali sono invece straordinari.

Non potendo affidare alla natura o alla medicina la morte dignitosa di una persona che si avvia alla fine della sua vita, sembra preferibile rendere esplicito l’orizzonte di scelte e decisioni che è comunque in gioco quando ci si pone l’interrogativo di quale sia il modo per lasciar morire una persona con dignità.



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