Dobbiamo preoccuparci dei ricchi? by unknow

Dobbiamo preoccuparci dei ricchi? by unknow

autore:unknow
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Saggi
ISBN: 9788815319890
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2014-10-14T22:00:00+00:00


8. Siamo tutti meritocratici?

Benché solidamente radicata nell’opinione pubblica, la giustificazione meritocratica delle disuguaglianze di mercato non ha molti difensori nel panorama contemporaneo della filosofia liberal-democratica, dove un posto centrale è occupato dal cosiddetto «egualitarismo liberale», una prospettiva assai critica nei confronti della meritocrazia. A tale prospettiva e alla critica sviluppata nei confronti della meritocrazia ci sembra doveroso fare un cenno.

Innanzitutto, una breve spiegazione del termine. L’egualitarismo liberale è una prospettiva etica basata sul valore centrale della comune uguaglianza morale di considerazione e di rispetto. Questa concezione di uguaglianza include anche il valore della libertà: come potremmo rispettare gli altri se non ne riconoscessimo la piena libertà di disegnare i propri piani di vita e di concorrere insieme a noi nella scelta delle regole collettive, senza imposizioni altrui?

Due sono i principali blocchi di obiezioni che, da questa prospettiva, possono essere mossi alla meritocrazia. Il primo si rivolge alla concezione esclusivamente processuale della giustizia che caratterizza la meritocrazia. Nei termini di Phillips [2006], la meritocrazia si preoccupa unicamente di ugualizzare le posizioni iniziali in una gara in cui la maggioranza deve inevitabilmente perdere. Appena il cancelletto di partenza è aperto, le disuguaglianze nella distribuzione dei premi cominciano immediatamente a prodursi e sono da accettare. La nozione di uguaglianza di opportunità è, dunque, esclusivamente «competitiva»: tutto ciò che conta è che siano all’opera processi competitivi che remunerano il merito. Chi vince guadagna, chi perde potrebbe mancare delle risorse per vivere.

Ugualmente ignorate dalla meritocrazia sono le conseguenze extradistributive quale quella messa in luce da Young [1958] di sentirsi cittadini di serie B. Come riconosce Corak [2013b].

il convincimento che il talento cresca nelle ossa e che le opportunità siano accessibili per chiunque abbia ambizione ed energia ha anche un corollario dannoso. Quando le lenti delle politiche si focalizzano sui poveri, questo convincimento potrebbe rivitalizzare la concezione, tipica del laissez-faire, secondo cui i poveri sarebbero non meritevoli (undeserving), in quanto responsabili della propria sorte.



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