Donne dell'anima mia by Isabel Allende

Donne dell'anima mia by Isabel Allende

autore:Isabel Allende
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2020-10-29T12:22:15+00:00


Domanda del giornalista al Dalai Lama: “È in grado di ricordare le sue vite passate?”.

Risposta: “Alla mia età faccio fatica a ricordare cosa è successo ieri”.

Lo zio Ramón, il mio patrigno, è stato un uomo attivo e brillante finché non lasciò il suo incarico di direttore dell’Accademia diplomatica del Cile; fu allora che iniziò il declino. Era molto socievole e aveva dozzine di amici, ma invecchiarono rapidamente o morirono. Gli vennero a mancare anche tutti i fratelli e una figlia. Nell’ultimo periodo della sua vita – raggiunse la veneranda età di centodue anni – gli rimase accanto Panchita, che arrivata a quel punto era già piuttosto stanca delle paturnie del coniuge e avrebbe preferito essere vedova. C’era un’intera squadra di donne che si prendeva cura di lui, quasi fosse un’orchidea da serra.

“Il mio errore più grande è stato andare in pensione. Avevo ottant’anni, ma l’età non è che un numero, avrei potuto continuare a lavorare per altri dieci,” mi confessò una volta. Non mi sembrò il caso di ricordargli che a ottant’anni aveva bisogno di aiuto per allacciarsi le scarpe, ma effettivamente il suo lento declino ebbe inizio con il pensionamento.

Questo ha rafforzato la mia decisione di continuare a mantenermi sempre attiva, di consumare fino all’ultima cellula del mio cervello e scintilla della mia anima in modo che non rimanga nulla di me quando morirò. Non ho intenzione di ritirarmi ma di rinnovarmi. E non sceglierò la via della prudenza. Stando a Julia Child, una celebre chef, carne rossa e gin erano il segreto della sua longevità. I miei eccessi sono di altro genere ma, come Julia, non vi rinuncerò. Mia madre diceva che da vecchi le uniche occasioni di rammarico riguardano i peccati che non sono stati commessi e le cose non acquistate.

A meno di non essere vittima della demenza senile (che non ha mai colpito i membri longevi della mia famiglia), non intendo diventare un’anziana passiva senza altra compagnia che quella di uno o due cani. È una prospettiva spaventosa, ma come dice Jampolsky, non bisogna vivere con la paura. Mi sto preparando al futuro. Con l’età, i difetti e le virtù si esaltano. Non è scontato che con gli anni sopraggiunga in modo naturale la saggezza; al contrario, quasi sempre gli anziani diventano un po’ matti. Se aspiriamo a essere saggi bisogna iniziare ad allenarsi da giovani. Finché ce la farò, ho intenzione di trascinarmi su per le scale fino all’attico dove scrivo per trascorrere i miei giorni divertendomi a raccontare storie. Se ci riesco, la vecchiaia non sarà un mio problema.



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