Donne sacre by Franco Cardini & Marina Montesano;

Donne sacre by Franco Cardini & Marina Montesano;

autore:Franco, Cardini & Marina, Montesano; [Franco, Cardini & Marina, Montesano;]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Intersezioni
ISBN: 9788815411280
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2023-11-14T23:00:00+00:00


Nel Congo pre-coloniale. Dona Beatriz/Kimpa Vita

Alla fine del secolo successivo rispetto a quello nel quale visse santa Teresa d’Ávila si consumò la breve vicenda di una giovanissima mistica, la cui storia unisce elementi provenienti da culture diverse: parliamo di Kimpa Vita, anche nota come Dona Beatriz. Ne trattiamo brevemente a mo’ di epilogo rispetto al nostro discorso sulla mistica e le donne che parlavano con Dio. In realtà, prima di parlare di lei, ricordiamo il contesto della sua storia, ossia quello del Congo pre-coloniale, fra sincretismo religioso e lotte politiche.

Di un regno del Congo si hanno notizie dalla fine del Trecento; dopo circa un secolo nel paese giunsero i portoghesi, con i quali iniziò un rapporto difficile, segnato da tre conflitti nel corso del Seicento, nei quali furono coinvolte altre potenze straniere, quali la Spagna e soprattutto l’Olanda. Nonostante questo, la monarchia congolese rimase indipendente fino al 1857, quando divenne vassalla del re del Portogallo. I conflitti del XVII secolo, peraltro, condussero a un aumento del commercio degli schiavi, già presente localmente, e al frazionamento del regno fra sovrani rivali. È questo lo sfondo politico sul quale si proietta la vicenda di Kimpa Vita[13].

Vi è poi l’aspetto religioso, ugualmente importante. Poco dopo l’ingresso dei portoghesi nel regno vennero avviate anche le missioni cristianizzatrici. I gesuiti ebbero una breve presenza fra 1548 e 1555, ma questioni politiche tra loro e la monarchia posero fine alla missione. Subentrò allora la presenza proprio dei carmelitani scalzi, che operarono in Congo dal 1584; si ebbe anche una breve missione dei domenicani nel biennio 1610-1612. Tuttavia, nel Seicento furono nuovamente i gesuiti e poi i cappuccini a influire sulla cristianizzazione. I primi tornarono nel 1619 e nel 1625 aprirono il Collegio di São Salvador, che fu responsabile dell’educazione della maggior parte dell’élite del paese, organizzando anche confraternite laiche che giocarono un ruolo importante in politica. Ai gesuiti fecero seguito nel 1645 i cappuccini, che arrivarono in Congo su richiesta della monarchia che auspicava una Chiesa separata sia da quella portoghese, sia – e soprattutto – da quella della vicina colonia dell’Angola, che spesso ne controllava l’ufficio episcopale. Era insomma la richiesta d’istituire una Chiesa nazionale. I cappuccini fondarono diversi centri di irradiazione del cristianesimo fra le élites; servendosi di aiutanti presi fra gli schiavi liberati, viaggiavano per il paese impartendo i sacramenti, soprattutto i battesimi, che i locali chiamavano «mangiare il sale» poiché veniva posto loro un pizzico di sale sulla lingua. Secondo i congolesi, era il sale piuttosto che l’acqua a conferire la benedizione del battesimo, in linea con la convinzione generale che le persone o gli spiriti maligni non amassero il sale e quindi evitassero un battezzato. Inoltre, la Bibbia era chiamata nkanda ukisi, che potrebbe anche essere reso come «fascino sotto forma di libro», e una chiesa era chiamata nzo a ukisi o «fascino sotto forma di edificio». In questo modo, i santi cattolici venivano identificati con entità spirituali locali e le chiese costruite in luoghi precedentemente sacri.

I congolesi erano orgogliosi di



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