Duri e Puri aspettando un nuovo 1929 by Eugenio Benetazzo

Duri e Puri aspettando un nuovo 1929 by Eugenio Benetazzo

autore:Eugenio Benetazzo [Eugenio Benetazzo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-07-17T14:02:23+00:00


Con che risorse verrà creato il loro monte contributi? E

soprattutto, come potranno esserne pagate le pensioni attuali, erogate ai pensionati attuali grazie ai contributi delle attuali forze lavoro? Lentamente, nella loro evoluzione, questi processi di delocalizzazione produttiva provocheranno una riduzione delle entrate per l’INPS che sarà impareggiabile: verranno compromessi i pagamenti delle pensioni attualmente erogate. In molti si mettono a ridere, quando pavento loro la possibilità di un contingentamento del regime pensionistico (un po’ lo stesso atteggiamento che hanno quando li si mette in guardia del rischio di congelamento dei BOT e sul rischio di bolla immobiliare). Poveri ingenui: forse non sapete che la Germania (appena due anni fa) ha provveduto a ridurre indistintamente le pensioni del 25% e che, a dicembre 2004, non sono state pagate le tredicesime. Ma no, giusto, dimenticavo, noi siamo in Italia, saremo più bravi, tutto questo non avverrà.

Poveri illusi: non solo avverrà, ma con conseguenze molto più funeste che negli altri paesi europei.

Come se tutto questo non bastasse, adesso sta per arrivare Basilea 2 (dal 1 gennaio 2006) e in pochi si rendono conto delle sue ripercussioni economico-finanziarie per il mondo delle picco-E che cos’è Basilea 2? In buona sostanza, alla fine degli anni Novanta, una larga parte dei sistemi finanziari ha deciso di assumere una normativa di vigilanza sul capitale delle banche, attraverso una semplice regola di buon senso: più grandi sono gli impieghi delle banche, maggiore deve essere la dotazione di capitale di rischio. Questo accorgimento ha consentito di stabilire una maggiore coerenza fra volumi di credito accordato, rischi connessi e dimensione dei capitali propri, secondo una logica di efficienza e stabilità. Se per il Presidente delle Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, l’accordo ha segnato un successo storico, e per le banche un’opportunità senza precedenti di migliorare i sistemi di gestione e misurazione del rischio, per le imprese italiane si gioca, da oggi al 2006, data di entrata in vigore dell’accordo, una partita molto importante e per certi versi vitale. Le aziende dovranno dimostrare di valere gli affidamenti concessi e il rating sarà basilare per ottenere concessioni di credito e condizioni di affidamento favorevoli.

Questo nuovo approccio alla valutazione degli affidamenti, sulla base delle esposizioni debitorie già in essere e alla copertura patrimoniale propria, prende in considerazione valutazioni oggettive di merito, sulla base di parametri ed indici di bilancio, come ad esempio il tasso di redditività e di indebitamento netto, la capacità di fare utili dell’impresa e cosi via.

Le conseguenze per l’impresa italiana, che si regge anche su riserve di fondi occulti o di poste fuori bilancio, non tarderanno a farsi sentire sulla vita stessa dell’impresa, che rischierà di affogare in mancanza di ossigeno (leggasi liquidità dai rubinetti bancari). Questa miopia diffusa sulle attuali deficienze del nostro Paese trova riscontro anche nell’attuale classe dirigente che ci governa, troppo occupata da screzi e moine tra aderenti allo stesso partito o troppo vincolata a schematismi di convenienza clientelare.

Bisognerà forse attendere che qualche poltrona inizi a saltare, magari in seguito al linciaggio di qualche parlamentare nulla facente e pensante, dallo stipendio inviolabile di oltre 10.



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