Eros il dolceamaro by Anne Carson

Eros il dolceamaro by Anne Carson

autore:Anne Carson [Anne Carson]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Lettere e lettere

La parola γράμματα («lettere») può riferirsi sia alle lettere dell’alfabeto che alle epistole, in greco e in molte lingue moderne. I romanzi contengono lettere di entrambi i tipi e aprono due diverse prospettive sul punto cieco del desiderio. Le lettere, in senso lato, vale a dire lo stratagemma fluttuante del romanzo come testo scritto, assicurano una tensione erotica all’esperienza della lettura. Un circuito triangolare si snoda dallo scrittore al lettore fino ai personaggi della storia; quando i nodi del circuito si connettono, il sofisticato piacere del paradosso può essere avvertito come un’elettrificazione. Le lettere, in senso stretto, intese come epistole o messaggi scritti, ricoprono all’interno delle trame romanzesche il ruolo di sotterfugi erotici tra i personaggi. L’effetto è quello che oramai ci aspettiamo: triangolare, paradossale, elettrizzante. Nei numerosi testi epistolari rinvenuti nei romanzi dell’antichità, le lettere non sono mai impiegate per trasmettere una diretta dichiarazione d’amore tra amante e amato. Le lettere si posizionano obliquamente rispetto all’azione e aprono una relazione triangolare: A scrive a C di B, o B legge una lettera di C in presenza di A, e così via. Quando nei romanzi si leggono delle lettere, la conseguenza immediata è quella di infondere il paradosso nelle risposte emotive degli amanti (piacere e dolore allo stesso tempo) e nelle loro strategie (ora ostacolate da una presenza assente).

Consideriamo un romanzo di Achille Tazio (vissuto tra il terzo e il quarto secolo d.C.) intitolato Leucippe e Clitofonte. L’eroe (Clitofonte), che crede morta la sua amata (Leucippe), si sta sposando con un’altra donna quando riceve una lettera proprio da Leucippe. Interrompe allora il matrimonio per leggere la lettera, che riporta l’amata «davanti agli occhi del suo animo» e produce un profondo rossore di vergogna sulle sue guance «come fosse stato colto in flagrante adulterio». Clitofonte si siede immediatamente per scrivere una risposta «dettata da Eros stesso». Le prime righe tracciano con efficacia il circuito a tre punti che collega l’amante, l’amata e le γράμματα nei loro rispettivi angoli:

«Χαῖρέ μοι, ὦ δέσποινα Λευκίππη. Δυστυχῶ μὲν ἐν οἷς εὐτυχῶ, ὅτι σὲ παρὼν παροῦσαν ὡς ἀποδημοῦσαν ὁρῶ διὰ γραμμάτων».

«Hail, my lady Leucippe. I am miserable in the midst of joy because I see you present and at the same time absent in your letter».

«Salve, mia signora Leucippe. Sono infelice nella gioia, perché ti vedo presente e allo stesso tempo assente nella tua lettera».

Nella lettera Clitofonte, quindi, proclama il suo amore e supplica Leucippe di preservare il suo desiderio fino a quando non potrà unirsi a lei. Le lettere svelano la presenza e l’autorità di un terzo che è testimone, giudice e conduttore di cariche erotiche. Incarnano il meccanismo del paradosso erotico, allo stesso tempo connettivo e divisivo, dolce e doloroso. Le lettere costruiscono lo spazio del desiderio e accendono quelle emozioni contraddittorie che tengono l’amante vigile di fronte alla sua stessa impasse. Le lettere ostacolano e complicano una situazione binaria già esistente evocando una terza persona che non è letteralmente presente, rendendo all’improvviso visibile la differenza tra ciò che è (la reale



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