Etica in laboratorio. Ricerca, responsabilità, diritti by Fabrizio Rufo

Etica in laboratorio. Ricerca, responsabilità, diritti by Fabrizio Rufo

autore:Fabrizio Rufo [Rufo, Fabrizio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Science, General
ISBN: 9788855224574
Google: N1SbEAAAQBAJ
Amazon: B079GWTRS7
editore: Donzelli
pubblicato: 2022-11-09T23:00:00+00:00


II. Scienza, politica e cittadinanza

1. Per una società democratica della conoscenza.

La rivoluzione scientifica, insieme alla libera costruzione di un complesso di strumenti e di valori che definivano cosa fosse il metodo scientifico, è stata accompagnata dall’esigenza di evitare limitazioni e impedimenti nella circolazione dei risultati della ricerca scientifica e di costruire un’immagine del sapere che in prospettiva potesse avere una funzione egemonica sulle varie forme e manifestazioni della cultura1. Per raggiungere questo duplice obiettivo, epistemologico e politico allo stesso tempo, i fondatori della scienza moderna avevano chiara la necessità di affermare un principio regolativo basato sull’idea che tutti «sono esseri intelligenti»2 e in quanto tali suscettibili di diritti e di doveri. Francesco Bacone considera «l’uguaglianza delle intelligenze»3 come una condizione intrinseca al procedimento scientifico visto come strumento per il raggiungimento del bene pubblico: «il nostro metodo di ricerca nelle scienze eguaglia quasi gli ingegni, non lascia molto spazio all’eccellenza dei singoli ingegni, perché li stringe tutti con certissime regole e dimostrazioni»4. Lo stesso programma scientifico galileiano è indirizzato sia a costruire un metodo sia a diffondere lo spirito critico, la capacità di ragionare e di cogliere la realtà in tutti i suoi aspetti: «io voglio ch’è vegghino che la natura, sì come gli ha dato gli occhi per vedere l’opere sue […] gli ha dato il cervello da poterle intendere e capire»5, scrive Galileo in una lettera indirizzata al fondatore dell’Accademia dei Lincei Federico Cesi.

In altri termini, le condotte e le pratiche valide nella scienza e nella democrazia si fondano sui medesimi valori e proprio questa genesi comune implica una riflessione sulle opportunità che possono derivare dallo sviluppo di un ambiente democratico più adatto all’innovazione e alla sua sostenibilità sociale6. Nel panorama filosofico contemporaneo è stato John Dewey a evidenziare questo snodo e a insistere ripetutamente nelle sue opere sulla necessità che la riflessione filosofica si integrasse con lo sviluppo scientifico e tecnologico. Per Dewey la scienza è l’agente dello sviluppo e del progresso sociale, l’attività che ha consentito agli esseri umani di ampliare le relazioni sociali e di aprirsi al futuro e al cambiamento attraverso lo smantellamento di autorità e gerarchie tradizionali. Per queste ragioni, la proposta epistemologica del filosofo americano si basa sull’idea che conoscere significhi individuare la molteplicità dei contesti problematici e delle soluzioni possibili e che questa conoscenza si esplichi nel quadro di una democrazia integrale nella quale ogni cittadino sovrano ha una personalità in grado di realizzarsi7. Come scrive nell’introduzione del 1948 a Rifare la filosofia: «la migliore garanzia di efficienza e di potere collettivi è la liberazione e l’uso della diversità delle doti individuali: iniziativa, capacità di progettazione, perspicacia, vigore e resistenza»8. Per questo motivo in una società fondata sulla democrazia «un’educazione piena si ha soltanto quando ogni persona ha, in proporzione alle sue capacità, una pari responsabilità nel formare gli scopi e le politiche dei gruppi sociali a cui appartiene»9, e solo «questo fatto determina il vero significato della democrazia»10. Come stiamo cercando di far emergere in questo lavoro, nella società contemporanea i



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