Faust a Copenaghen by Gino Segrè

Faust a Copenaghen by Gino Segrè

autore:Gino Segrè [Segrè, Gino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Science, Physics, General, History, Essays
ISBN: 9788865760475
Google: lGnAIImemYoC
editore: ilSaggiatore
pubblicato: 2011-01-10T12:56:54+00:00


Indeterminazione e complementarietà

A metà febbraio Bohr e Heisenberg erano in forte disaccordo e stremati dal duro confronto. Heisenberg in seguito descrisse così la loro situazione:

Bohr decise, nel febbraio del 1927, di andare a sciare in Norvegia; io fui felice di restarmene tranquillo a Copenaghen, a riflettere su questi inestricabili problemi senza nessuno che mi disturbasse.34

Formalmente si trattava di una vacanza, ma Bohr e Heisenberg sapevano entrambi che avrebbero dovuto separarsi per un po’. Pochi giorni dopo la partenza di Bohr, Heisenberg trovò ciò che stava cercando. Il risultato divenne noto come principio di indeterminazione, uno dei più grandi e ancora sconcertanti progressi della scienza del XX secolo. Alla fine di una lettera di quattordici pagine a Pauli in cui dava una prima formulazione delle sue conclusioni, Heisenberg scriveva: «So bene che il tutto è incerto in molti punti, ma ti devo scrivere per chiarirlo in qualche modo. Adesso attendo le tue critiche spietate».35 Heisenberg voleva assicurarsi che le sue idee fossero corrette, ma sapendo anche che la discussione con Bohr non sarebbe stata facile voleva aiuto da una persona a cui Bohr avrebbe dato retta. Pauli studiò il contenuto della lettera e approvò.

Heisenberg aveva un manoscritto pronto quando Bohr tornò dalla Norvegia a metà marzo. Bohr capì subito che i risultati di Heisenberg erano molto importanti, ma riteneva che quell’articolo non fosse molto più che un’interessante prima bozza. Credeva che Heisenberg non avesse ancora trattato adeguatamente il dualismo particella-onda delle particelle sub-microscopiche come gli elettroni, e che non avrebbe dovuto pubblicare niente fino a che non avesse avuto una migliore comprensione di ciò che i suoi risultati implicavano.

Heisenberg invece voleva pubblicare immediatamente il suo articolo. Intuendo che l’approccio di Schrödinger alla meccanica quantistica stava diventando dominante, Heisenberg voleva che i fisici sapessero che i suoi nuovi risultati minavano la premessa di Schrödinger, secondo cui la posizione e la velocità di un elettrone possono essere specificati simultaneamente.

Le dispute ricominciarono. Heisenberg scrisse: «Bohr cercava di spiegarmi che l’articolo non era corretto e che non avrei dovuto pubblicarlo. Ricordo che alla fine scoppiai in lacrime perché non riuscivo a sopportare la pressione di Bohr».36 Resistette, comunque, e non modificò l’articolo, tranne l’aggiunta di una nota che segnalava una prossima pubblicazione di Bohr sulla questione. Il 22 marzo 1927 inviò l’articolo a una rivista perché venisse pubblicato.

Non importa quanto la situazione fosse diventata stressante, Bohr ammirava l’ostinazione mentale di Heisenberg. Il biografo di Heisenberg, Abraham Pais, riferisce una conversazione di cui Heisenberg ricorda: «Io e Bohr parlavamo di una situazione simile, verificatasi quando un fisico teorico affermato aveva convinto un collega più giovane a non pubblicare un risultato che, in seguito, era risultato essere corretto e importante. Alla mia osservazione che si trattava di una triste storia, Bohr si inalberò e disse: “No, il giovane è stato uno sciocco”. Spiegò che nessuno deve lasciarsi indurre a rinunciare a qualcosa di cui è convinto».37 Forse Bohr ripensava alla reazione che lui stesso ebbe quando Rutherford gli scrisse, suggerendogli di apportare alcune modifiche a un articolo del 1913 sull’atomo di idrogeno.



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