Femina by Janina Ramirez

Femina by Janina Ramirez

autore:Janina Ramirez [Ramirez, Janina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2023-05-24T22:00:00+00:00


Reliquiario contenente alcune ossa nella Camera d’oro della basilica

di sant’Orsola a Colonia, scoperto nel 1106 e ritenuto il luogo di sepoltura

delle leggendarie undicimila vergini martirizzate con la santa.

Le sue canzoni sono piene anche del sapore della Renania, celebrando il paesaggio circostante e il pantheon di santi locali. In particolare, Ildegarda apprezzava la martire sant’Orsola, le cui ossa – insieme a quelle delle presunte undicimila donne con cui era morta – erano state riportate alla luce nella vicina Colonia nel 1155.73 Questa scoperta sarà stata una grande notizia per il convento di Ildegarda, tanto da spingere la santa a dare nuovo impulso al suo programma di consolidamento dell’autonomia femminile e di promozione della storia renana.

Ildegarda rese l’orrore, il dolore, la tortura e il martirio di Orsola un’esperienza reale e vivida per le monache. Il vigore di versi come «nell’innocenza della sua fanciullesca ignoranza, non sa cosa stia dicendo» sarà suonato familiare alle loro orecchie, confermando l’assunto diffuso secondo cui le donne erano ignoranti, deboli e insignificanti. Queste canzoni riguardavano tanto il reale e il presente quanto lo spirituale e il passato. L’atto di unire le voci per cantare di una santa che aveva vissuto in quello stesso ambiente, con le parole poetiche e la musica trascinante di un’altra santa che sedeva tra loro, era una forte provocazione. Ildegarda stava emancipando le monache di Rupertsberg. Cantare insieme rafforzava di volta in volta, nello schema delle ore monastiche, l’idea di un poderoso retaggio femminile legato a Eva e a Maria, attraverso sante come Orsola, fino all’epoca contemporanea. Le canzoni che Ildegarda scrisse per la sua comunità erano finalizzate a ispirare, estasiare ed elevare le consorelle.

Oltre alle numerose canzoni, L’ordine delle Virtù deve aver reso più emozionanti le celebrazioni delle festività religiose, come una recita scolastica di fine anno. I tempi erano così prosperi che il monastero si attirò la condanna di altre persone, convinte che le monache vivessero un po’ troppo bene. L’esuberanza dell’evento viene descritta da una suora di nome Tengswich, che apparteneva a un monastero vicino. Scrisse a Ildegarda criticando le sue pratiche:

Si dice che nei giorni di festa le vostre vergini stiano in chiesa con i capelli sciolti durante il canto dei salmi e che, come parte del loro abbigliamento, indossino veli di seta, bianchi e lunghi fino a terra. Per di più, si dice che portino corone di filigrana d’oro […] e che altresì si adornino le dita con anelli d’oro. E questo, benché il primo pastore della Chiesa (san Paolo) abbia proibito simili cose.74

Le monache erano incoraggiate a radersi il capo, mentre i capelli lunghi e scoperti erano un’esclusiva dell’aristocrazia. Inoltre le regole monastiche vietavano specificamente di portare gioielli e imponevano di indossare tonache semplici e sobrie. Eppure le suore di Ildegarda violavano chiaramente tutte queste prescrizioni. Nella risposta a Tengswich, la santa afferma che le donne di Rupertsberg erano ancora più degne di vestirsi elegantemente, perché erano vergini e spose di Cristo. Riteneva anche che occorresse ristabilire l’equilibrio; se gli ecclesiastici uomini avevano ogni sorta di oggetti



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