Fermento di luglio by Erskine Caldwell

Fermento di luglio by Erskine Caldwell

autore:Erskine Caldwell [Caldwell, Erskine]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi
pubblicato: 2023-08-11T11:49:36+00:00


8

Shep Barlow, gli occhi arrossati per la mancanza di sonno, tornò a casa a mezzogiorno. Era stato in giro da solo fin dalla sera prima. La barba di un nero bluastro, che non si radeva da tre giorni già al momento della partenza, era diventata una specie di stuoino di peli ispidi. Shep era un ometto pieno di muscoli alto poco più di un metro e cinquanta, e la statura insignificante rendeva ancora più impressionanti i tratti del viso.

I cinque o sei uomini che sostavano sotto la magnolia del cortile gli rivolsero la parola con molta cautela quando passò loro accanto. Tutti gli altri se n’erano andati, per la maggior parte a caccia del negro e qualcuno per pranzare. La folla si era agitata e innervosita per l’irragionevole ritardo provocato da Shep e dal suo mancato rientro. Aveva detto loro di non fare niente finché non fosse tornato e gli uomini si sarebbero aspettati di rivederlo entro l’alba. Molti di loro avevano raggiunto la palude di Oconee, dove un gruppo più ristretto si era avviato nella direzione opposta, verso Earnshaw Ridge. I pochi rimasti a casa di Shep erano disgustati dai metodi dilatori che continuavano a bloccarli diciotto ore dopo che la notizia dello stupro si era diffusa in tutta la contea.

Shep si era illuso di poter trovare Sonny da solo. Voleva essere lui ad acchiapparlo, perché assaporava già la soddisfazione di stringere una corda intorno al collo del ragazzo negro e trascinarlo legato alla sua auto per tutta la contea, prima di consegnarlo nelle mani della folla. Ma in tutto quel tempo non aveva trovato la minima traccia di Sonny.

Gli uomini sotto l’albero lo guardarono mentre attraversava il cortile. Uno o due di loro gli rivolsero la parola, ma lui non si voltò nemmeno. Capirono dal suo atteggiamento che non aveva trovato Sonny, e che era meglio non stuzzicarlo.

Dopo aver salito i gradini e aver attraversato la veranda, Shep gettò il cappello sul pavimento dell’ingresso ed entrò in sala da pranzo.

Si fermò bruscamente sulla porta. Uno sconosciuto era seduto a tavola e stava pranzando con Katy. Shep fu sorpreso di trovare un estraneo in casa sua, anche se più lo guardava, più era certo di aver già visto quell’uomo. Lo straniero aveva una lunga barba bianca che gli arrivava sotto la cintola e gli copriva quasi completamente il davanti della camicia.

Il vecchio sollevò un cucchiaio pieno di fagioli con la mano tremante, ma prima di infilarselo in bocca scostò con l’altra mano i peli della barba.

«Chi è?», chiese Shep, entrando lentamente nella stanza e studiando l’ospite. «Chi è quest’uomo, Katy?».

«È nonno Harris, papà», rispose la ragazza. «Non ti sarai dimenticato di lui!».

«Credevo di avergli detto di stare alla larga da casa mia», disse Shep senza rivolgersi a nessuno in particolare.

Andò al suo solito posto, a capotavola, con gli occhi che sputavano fiamme.

«Da dove salta fuori?», chiese. Rimase dritto dietro la sedia per diversi istanti prima di sedersi. «E che cosa vuole?».

Il vecchio posò il cucchiaio e guardò Shep da sopra l’inforcatura degli occhiali.



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