Foglie sparse by Alessandra Jatta

Foglie sparse by Alessandra Jatta

autore:Alessandra Jatta [Jatta, Alessandra]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Voland
pubblicato: 2022-01-26T23:00:00+00:00


XI

Dopo quattro giorni di viaggio, gli Olsufiev arrivano a Kislovodsk e, in attesa di trovare una sistemazione più consona, prendono alloggio presso l’Hotel Il nido dell’aquila, al centro del paese. Ancora sfinita per i disagi del treno, a Olga sembra meraviglioso essere accolta in un luogo che mantiene i vecchi fasti. Il direttore dell’albergo la riceve come una regina e le mette a disposizione la suite imperiale:

– Per tutto il tempo che la contessa desidera – si premura di garantirle con tono ossequioso.

Nella sperduta stazione termale del Caucaso del Nord niente sembra mutato, i tumulti degli ultimi mesi e la guerra appaiono irreali. Questo le dà il giusto slancio per organizzare la loro nuova vita, mentre aspetta di rientrare a Mosca.

La vicinanza di Vasilij la rassicura: la capitale, Tiflis, è a poche ore di viaggio e spera che presto lui possa ottenere una licenza e raggiungerli per qualche giorno. Gli ha scritto prima della partenza ma ancora non sa se ha ricevuto la notizia del loro arrivo.

La cittadina si trova in una piccola valle circondata dalle montagne che la proteggono dai venti freddi. I paesaggi, l’aria di montagna, il clima mite e il potere curativo delle sue acque le consentiranno di riprendere fiato, e le escursioni sui sentieri di montagna, i giochi lungo i ruscelli gelati e la raccolta dei frutti di bosco faranno dimenticare ai bambini le difficoltà vissute da quando hanno lasciato Eršovo.

L’attrazione principale del luogo è l’ottocentesco centro termale, chiamato pomposamente Galleria Narzan, meta preferita delle loro passeggiate. Dalle sue sedici fontane sgorgano tre tipi diversi di acque sia calde che fredde: le famose acque acide a cui la città deve il nome. I bambini adorano la sala bianca, forse perché Olga ha detto loro che le palme e le statue antiche che la adornano le ricordano l’Italia. Sono passati quattro anni dall’ultimo soggiorno a Firenze, subito prima della guerra, e del bel paese hanno ormai solo un vago ricordo.

Il giorno dopo l’arrivo partono presto per un picnic, proprio nei pressi della Galleria.

– Lo sai, Keta, che ci vogliono circa sei anni perché l’acqua della neve che si scioglie in montagna diventi di Narzan? – spiega Assia mentre camminano lungo un sentiero dissestato.

– Maman ci ha detto che durante il viaggio si fa strada tra le fessure delle rocce sotterranee, si arricchisce di più di venti sali minerali, poi rispunta in superficie come una sorgente – aggiunge Mašik.

– E qui la chiamano Nart-san, che significa ‘bevanda dei guerrieri coraggiosi’ – dice Daria.

– Sì, sì, lo so. Ecco perché dovete bere tanta, due volte a giorno prima di pasti, mi raccomando – commenta Keta sorridendo.

– Narzan, Narzan, sempre Narzan, – interviene Aleksej con la vocina imbronciata – io non la voio, è cattiva, anzi cattivissima. È troppo salata!

– Io invece sì! – esclama Olly, sempre in competizione con il fratellino.

– L’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re, bambini – li redarguisce Alina, impugnando i retini per cominciare la caccia alle farfalle.

– Olly, sei sicura che vuoi bere l’acqua di Narzan? Ma tu non preferisci il sangue? – la prende in giro Mašik.



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