Fottuta campagna by Arianna Porcelli Safonov

autore:Arianna Porcelli Safonov [Safonov, Arianna Porcelli]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Social Science, Sociology
ISBN: 9788876258565
editore: Fazi
pubblicato: 2016-09-14T22:00:00+00:00

L'elegante arte di parlare da soli

Qualche giorno fa sulle colline è arrivata Giulia, una cara amica che vive in Spagna e che si fermerà da me per dieci, interminabili giorni.

Voglio molto bene a Giulia, quindi vorrei specificare che non ce l'ho con lei. Semplicemente dico che può rivelarsi devastante avere in casa una giovane donna di città, dopo essere scampata per un pelo alla DU, a prescindere da quale sia il nome della giovane e il legame affettivo che abbia con lei.

Ma Giulia se ne frega e mi scrive, quando le confesso la mia preoccupazione, che andrà tutto bene, che devo smettere di fare la cavernicola e che arriverà in stazione nel giorno stabilito, con un trenaccio di quelli regionali che se siete italiani ci siamo capiti.

Da quando Giulia mette piede sul marciapiede del binario 5, non smette un attimo di parlare.

Attraversiamo campi e colline, boschi e strade bianche, scivoliamo leggere in cima ai dorsi dei crinali, rubando dai finestrini immagini da olio su tela, con l'aria soffice del tardo pomeriggio che ci accarezza la pelle, ma Giulia non smette un secondo di parlare. Come sospettavo, la mia giovane amica mitraglia il piccolo ambiente dell'auto con tonnellate di aneddoti su amici e conoscenti spaziando un po’ su tutti gli argomenti, forse alla ricerca di quello che può interessarmi di più: uomini che cambia, lavoro che non c’è, case in affitto, ex fidanzati ossessivi, visite ginecologiche, spettacoli teatrali e affascinanti maestri di tango; Giulia non seleziona, ma ti enuncia le proposte informative del giorno e tu puoi scegliere cosa ti interessa, come un menu che lei approfondisce in base ai tuoi gusti.

Mentre giriamo sull’ultima curva e io senza parlare le indico casa col dito, lei, capendo che ha ancora pochi secondi della mia attenzione, quelli che mi costringono a rimanere dentro l'abitacolo del gippone, si esibisce in un bignami di aggiornamenti su Madrid talmente accurato, che mi lascia la brutta sensazione di non essere mai partita.

Arriviamo a casa, le preparo gli asciugamani e un pranzo leggero in silenzio.

Mi rendo conto che forse è un silenzio seccante, ma non ho niente di fondamentale da dire. Non so come spiegarglielo, ma non mi è necessario parlare in questo momento per dimostrarle che sono contenta che sia venuta a trovarmi. Per Giulia, invece, il monologo è un’esigenza, e seguita a raccontarmi di quella volta che per poco non le rubano la bicicletta davanti al centro sociale, ma lei ha rincorso il ladro urlando parolacce in andaluso e allora il tipo ha pensato che lei fosse una gitana, si è spaventato e: «che forte, ha mollato la bici ed è scappato, ci crederesti?».

Mentre parla ingoia velocemente l’insalata per non perdere neanche un minuto che possa essere impiegato nel racconto di qualche avventura incredibile, anticipando sempre il tutto con un: «Ah, non sai che è successo...».

Giulia parla durante i pasti, la sera a letto appena si spengono le luci, immersa nell’acqua calda delle terme e tornando di notte mentre io guido. Parla mentre siamo a cena

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