Funny Valentine by Matthew Ruddick;

Funny Valentine by Matthew Ruddick;

autore:Matthew Ruddick; [Ruddick, Matthew]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Musica
ISBN: 9788862317221
editore: eDigita srl.
pubblicato: 2014-11-03T23:00:00+00:00


Programma del Pilgrimage Theater Music Festival, 12 giugno 1966. Per gentile concessione di Colin Bailey.

La nuova formazione attrasse presto l’attenzione di Ralph Gleason, l’influente critico del «San Francisco Chronicle»; questi scrisse una recensione positiva della serata inaugurale in un articolo dal titolo La cosa migliore per Chet Baker. Affermava che il concerto fosse “la migliore occasione capitata a Baker nel corso degli anni. […] Nonostante i problemi e il nervosismo tipici di una prima, era evidente che il gruppo avrebbe potuto, con solo qualche prova in più, diventare un’attrazione di prima grandezza”16.

Ripensandoci, è sorprendente che Dick Bock non avesse pensato di proporre a Chet un disco di bossa nova, piuttosto che gli album della Mariachi Brass in stile messicano. Dopo tutto, la strategia aveva funzionato alla grande per Stan Getz. Ironia della sorte, Chet aveva avuto sul movimento bossanovista un’influenza maggiore di quella esercitata dallo stesso Getz, pur non essendone conscio. «Ascoltavo i dischi di Chet Baker con Russ Freeman. In quei giorni non avevamo molti dischi, e quei pochi non sapevano come copiarli. Così João Gilberto e io ci litigavamo i dischi di Chet Baker. Diceva: “Prestami il disco per un giorno, te lo restituirò!”. Finivamo con l’ascoltarceli insieme, per vedere come cantava, come suonava». Forse Bock ebbe l’impressione che la bossa nova fosse soltanto una moda passeggera e che la sua popolarità sarebbe presto tramontata17.

Chet era ignaro della recensione positiva che il gruppo aveva ricevuto e spesso arrivava in ritardo ai concerti, saltando regolarmente tutto il primo set. «Ogni giorno era la stessa storia, con la gente che mi chiedeva dove fosse», ha detto Donato. «Chet e Carol alloggiavano nel mio stesso albergo. Non volevo disturbarli ogni volta, ma ogni tanto mi fermavo da loro, prima di recarmi al club, intorno alle otto o nove di sera, per chiedere a Carol se Chet volesse venire con me. Lei mi diceva sempre che il marito era uscito presto, quella mattina, e non era tornato. Sapevo che qualcosa non andava, ma non ero in grado di dire che cosa».

Carol tornò a Redondo Beach a metà luglio per prepararsi al parto, lasciando Chet da solo a San Francisco. Il 22 luglio 1966 diede alla luce una bambina, che venne battezzata Melissa. Tre giorni più tardi, il giorno stesso in cui Carol veniva dimessa dall’ospedale, Chet fu coinvolto in un incidente che avrebbe potuto porre fine alla sua carriere di trombettista.

Il primo articolo sull’episodio lo pubblicò il «New York Times» del 9 agosto, quando Chet era tornato a Redondo Beach per trascorrervi la convalescenza. Chet sosteneva di essere appena sceso dalla sua auto dopo la fine dello spettacolo, «quando subii l’attacco di cinque giovani negri». Disse al reporter di essere corso in mezzo alla strada, in cerca di aiuto. «Ho tentato di salire in un’auto con cinque bianchi», raccontò, «ma mi spinsero fuori. C’era un sacco di gente per strada, nessuno però mi aiutò»18.

Questa prima ricostruzione di quanto accadde suona poco veritiera; l’ho tel di Chet si trovava a pochi passi di



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